Ergo: cosa vuol dire
‘Ergo‘ è una interiezione latina che ha un grandissimo uso in filosofia, in letteratura e anche nel linguaggio moderno di tutti i giorni. Questo termine viene utilizzato per esprimere un risultato o un effetto, quindi introduce una conseguenza dopo che è stata affermata la sua premessa. Nel linguaggio comune può essere tradotto con le parole ‘dunque’, ‘quindi’, ‘per questo motivo’, ‘perciò’, ‘per tanto’, ‘per cui’. Si tratta, ovviamente, di una forma arcaica di cui non bisogna abusare per non rischiare un effetto forzato e pretenzioso.
Ergo: come utilizzarlo in modo corretto
Il termine ‘ergo’ esprime sempre un risultato o un effetto. Di conseguenza, non è corretto utilizzarlo per mettere in contrasto, enfatizzare, illustrare o descrivere una sequenza temporale. Seguendo queste indicazioni, potremmo indicare come corretta una frase del genere:
“Paolo era ammalato, ergo non ha potuto recarsi a lavoro“.
Al contrario, risulterà completamente sbagliata questa tipologia di frase:
“Paolo era ammalato, ergo decise di andare ugualmente a lavoro“.
Ergo: come utilizzarlo in modo scherzoso
Il termine ‘ergo’ spesso viene sfruttato anche in modo scherzoso attraverso espressioni menzionate addirittura nei dizionari di lingua italiana. Nel linguaggio comune viene utilizzato, infatti, in discorsi in cui la conseguenza è estremamente ovvia. Il suo obiettivo in questi contesti non è tanto introdurre l’effetto, ma canzonare l’interlocutore circa una conseguenza scontata.
Ergo: la citazione di Cartesio
L’espressione in assoluto più famosa in cui appare il termine ‘ergo’ è la celeberrima citazione di Cartesio: “Cogito, ergo sum“. È una frase latina che letteralmente si traduce in “Penso, dunque sono“. Con tale espressione il filosofo voleva chiudere la discussione circa la realtà o meno della nostra esistenza, puntano al fatto che se l’uomo è un essere pensante deve necessariamente esistere.
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