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Fascismo: riassunto del periodo storico

Fascismo: riassunto breve ma dettagliato su Mussolini e il Fascismo in Italia; ecco le date, gli eventi principali e i protagonisti di questo periodo storico.

FASCISMO: RIASSUNTO DEL PERIODO STORICO

Chi di voi studenti non ha mai sentito parlare del Fascismo? E di Benito mussolini? Credo proprio nessuno! Conoscere e studiare il periodo storico fascista è fondamentale per ottenere, una buona preparazione scolastica ma anche per scoprire la nostra storia, la storia di Italia. Leggete dunque il riassunto su Mussolini e il Fascismo proposto qui da noi: vi aiuterà certamente nel ripasso di storia.

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MUSSOLINI E IL FASCISMO: RIASSUNTO SEMPLICE

Il Fascismo è un movimento politico sorto in Italia negli anni successivi alla fine della prima guerra mondiale come reazione alla crisi generale provocata dagli anni di conflitto, crisi economica, sociale, politica.
La concezione fascista anti individualistica riguarda lo Stato. Per il fascista tutto è nello stato come realtà vera dell’individuo. Nulla, persino l’uomo, ha valore fuori dallo stato. La nazione creata dallo stato dà al popolo consapevole della propria unità morale, una volontà e un’effettiva esistenza, in tal senso il fascismo è stato definito Totalitario.

Il biennio rosso

 Durante il cosiddetto “Biennio rosso”, 1919-1920, si presentarono sempre più numerose le agitazioni operaie e contadine, con occupazioni di terre, fabbriche e scioperi e proteste delle classi lavoratrici e una crescita di partiti popolari e socialisti che, insieme alla dilagante crisi economica e la strategia di non intervento dei governi liberali, portano a un malcontento generale.
Dal movimento socialista si distaccherà ben presto, trasformandosi nel difensore della monarchia, della proprietà, dei valori della religione cattolica, Benito Mussolini, il quale cercherà di mostrarsi al popolo come un “uomo d’ordine”, l’unico in grado di evitare che l’Italia precipiti nel caos, attraverso l’uso della violenza organizzata contro i movimenti operai che destabilizzavano la società. Nel marzo del 1919 a Milano venne costituito il Fascio di Combattimento (programma di San Sepolcro). Lo squadrismo appoggiato dalla borghesia operava con il beneplacito delle forze dell’ordine e dell’esercito, mentre le forze liberali, pur non condividendone i metodi violenti, pensarono, inizialmente, di poter sfruttare i metodi facinorosi ma efficaci di Mussolini per sconfiggere la protesta delle classi lavoratrici.

IL FASCISMO: LA MARCIA SU ROMA

 Il 24 ottobre 1922, Mussolini raduna a Napoli le camicie nere (squadre d’azione fasciste costituiscono soprattutto da giovani), e minaccia di Marciare su Roma, cominciando ad avvicinarsi verso la capitale. Il Re, di fronte al rischio di una guerra civile, rifiuta di firmare lo stato d’assedio e nonostante l’esercito avrebbe potuto fermare Mussolini e i suoi uomini senza difficoltà, il 29 ottobre gli assegna l’incaricato di formare il nuovo governo.

FASCISMO: IL PRIMO GOVERNO DI MUSSOLINI

A Novembre del 1922 si instaurò il Primo governo Mussolini (di alleanza con liberali e popolari) e a Dicembre l’Istituzione del Gran Consiglio del Fascismo che dal 1928, eleggerà direttamente i deputati; nel Gennaio 1923 le squadre fasciste vengono organizzate nella Milizia fascista e negli anni 1925 e 1926 vennero ratificate le “ Leggi fascistissime”che cambieranno completamente ilassetto istituzionale del paese.
Nel corso degli anni 1925-26, il sistema parlamentare liberale fu progressivamente sostituito da un regime dittatoriale. E Mussolini ne diventerà il Duce.
Lo stato democratico si trasforma in una dittatura personale, basata sul ruolo di un unico partito: il Partito nazionale fascista.
Vengono emana alcune leggi asperrime, che tolgono ai cittadini delle libertà fondamentali come la soppressione delle libertà di associazione, di stampa, d’insegnamento. Nel 1927 viene costituita l’EIAR (Ente Italiano Audizione Radiofoniche), il controllo dei media diede maggiore risalto al governo e la radio rappresentò uno dei più potenti strumenti di propaganda del regime.
Nel novembre del 1926 vennero sciolti tutti i partiti antifascisti, espulsi dal parlamento i parlamentari dell’Aventino, reintrodotta la pena di morte per chi avesse attentato al re o al capo del governo. Vengono istituiti degli istituti severissimi di controllo, come Tribunale speciale per la difesa dello Stato e dell’OVRA e viene rafforzato il potere esecutivo del “Duce” anche con la soppressione delle autonomie locali e la diffusione di soprusi nei confronti degli oppositori del governo, stabilendo ad esempio, il confino per gli avversari politici, condanne al carcere, lo esilio, o l’esecuzione marziale.

FASCISMO: GLI IDEALI

 Il fascismo come ogni salda concezione politica s’ispira a una dottrina che prende forza sia dalle contingenze storiche di luogo e di tempo, sia da un contenuto ideale che la eleva a formula di verità assoluta.
Il fascismo ha una concezione positiva della vita ed etica che investe tutta la realtà, vuole l’uomo attivo e impegnato, capace di affrontare difficoltà per ottenere una vita degna di lui; in questa concezione si capisce allora, il valore che il fascismo diede alla cultura in tutte le sue forme, arte religione scienza e l’importanza grandissima dell’educazione, e del lavoro con cui l’uomo vince la natura.

L’ORGANIZZAZIONE FASCISTA DELLA SOCIETA’

I giovani, dai più piccoli ai più grandi, furono arruolati in associazioni paramilitari, come quello dei Figli della lupa e dei Balilla, la Gioventù italiana del littorio, fino ai Gruppi Universitari Fascisti. Uno dei passaggi decisivi nella fascistizzazione dell’Italia, è rappresentata dai famosi Patti lateranensi, dell’11 febbraio 1929 con cui si ebbe la pacificazione fra Stato e Chiesa. Il concordato prevedeva il giuramento di fedeltà dei vescovi allo stato in cambio d’importanti privilegi alla chiesa cattolica: il cattolicesimo diventava religione di stato insegnata in tutte le scuole Mussolini con quest’accordo, raccolse sempre maggior consenso dalle masse e rafforzò il suo regime.

Nel campo della politica economica, Mussolini aspira a un’Autarchia, attraverso il corporativismo, protezionismo e statalismo. Dal 1926 al 1936 propugnò: la rivalutazione della lira, lo stimolo della produzione agricola e la riduzione delle importazioni, attraverso l’Istituzione del Ministero delle Corporazioni, la creazione dell’IRI e dell’IMI, la “Battaglia del grano”, la Bonifica integrale e “Quota Novanta”, fino ad arrivare nel 1936 all’Autarchia.

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