Parole difficili in italiano: quali sono e cosa significano - StudentVille

Parole difficili dell'italiano di cui forse non sai il significato

Parole difficili italiano. Le parole italiane difficilI e spesso sconosciute, delle quali ignoriamo il significato.

ITALIANO: LE PAROLE DIFFICILI DI CUI FORSE NON SAI IL SIGNIFICATO

Con un ventaglio sconfinato di dialetti, una derivazione stretta dal latino e l’influsso di almeno due o tre lingue differenti (francese, spagnolo, arabo e tedesco) a seconda delle regioni, l’italiano viene riconosciuto quasi universalmente come una lingua piuttosto difficile da imparare. Non che si tratti della scusa adatta con cui tentare di contestare i voti dei compiti di lettere, ma se pensiamo che negli esami di stato i francesi difficilmente riescono ad evitare almeno un errore di ortografia legato agli accenti almeno possiamo considerarci in buona compagnia. D’altro canto c’è anche chi se la passa peggio, come per esempio i giapponesi, costretti a studiarsi centinaia se non migliaia di ideogrammi solo per raggiungere un livello base di conoscenza della loro stessa lingua.

PAROLE DIFFICILI ITALIANO: QUELLE SCONOSCIUTE

Tornando all’idioma di Dante, che nella sua carriera si è inventato svariati termini poi entrati a far parte del lessico comune, bisogna ammettere che sono tante le parole la cui decifrazione al buio – che si tratti o meno di ignoranza – risulta davvero un’impresa ardua. Vediamo dunque insieme alcune parole di cui potresti non conoscere il significato e che invece potrebbero tornarti utili (o forse no, non ci metteremmo la mano sul fuoco).

  • Zangola: qui ci aiuta il suono vagamente onomatopeico del lemma, che ci fa venire in mente un attrezzo di qualche tipo, magari usato dai muratori. E invece la zangola è un utensile, in genere di forma cilindrica – conica, che viene utilizzato per trasformare il burro in panna.
  • Indefesso: no, state tranquilli, non vogliamo insegnarvi degli insulti arcaici e poco comuni. Indefesso è un termine che semplicemente indica una persona molto tenace, di grande assiduità.
  • Parossistico: per quanto sia facile immaginare un portiere impegnato a respingere delle ossa, questo termine indica il momento in cui qualcosa raggiunge lo stato di massima esasperazione, oppure il momento culminante (ma più spesso la connotazione è negativa). Mi raccomando non dite al vostro partner che vi spinge al parossismo!
  • Ieratico: ad ascoltare il richiamo dell’etimologia si potrebbe pensare a una cosa accaduta ieri o l’altro ieri. Ma qui la lezione da apprendere è che in italiano non è mai troppo saggio fidarsi troppo delle prime impressioni. La parola significa infatti qualcosa che esprime gravità o solennità, che si tratti dell’atteggiamento di una persona o del tono di un brano musicale.
  • Equinismo: questa è sicuramente più facile, dato che un po’ tutti sanno che equino è un termine che si riferisce ai cavalli. Ma in che senso, in questo caso? La parola indica un modo scorretto di muovere il piede in cui il tallone resta sollevato mentre l’avampiede si estende verso il basso: come farebbe un cavallo, sì.
  • Latore: se state pensando a uno dei due marò state sbagliando di grosso. Ci viene invece in aiuto il latino, dato che il verbo fero da cui proviene la parola (latum è il supino) significa portare, e il latore è dunque colui che porta qualcosa.
  • Cacofonico: per l’ennesima volta dobbiamo contraddirvi, non si tratta di una parolaccia e non ha nulla a che vedere con ciò che almeno una volta al giorno avviene in bagno. Cacofonico è infatti un termine che deriva dal greco: scomponendolo si ottiene infatti il significato di suono sgradevole, come quello emesso da una sirena dell’ambulanza.

 

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