La Ronda di Notte di Rembrandt: tutto sul dipinto
Oggi parleremo di un lavoro immenso, diremmo anche enorme. Un lavoro che ha conquistato il cuore di tantissimi critici d’arte, La ronda di Notte di Rembrandt o anche conosciuta come La guardia civica in marcia. Dipinto caratterizzato da mille sfaccettature e mille misteri, il pittore ha svolto un lavoro quasi perfetto potremmo dire, riuscendo ad unire emozione, amore e mistero. Analizzeremo l’opera in modo molto approfondito, cercando di capire come il pittore mette insieme vari elementi che rendono l’opera insostituibile. Partiremo dalla storia del dipinto assolutamente da non sottovalutare fino a passare fino ad un’accurata descrizione dello stile utilizzato.
La Ronda di Notte di Rembrandt: storia del dipinto
Quanto è affascinate il dipinto e la tecnica utilizzata è affascinante tutta la storia che precede la realizzazione dell’opera stessa. L’anno di produzione è il 1642 ed è un momento parecchio importante per Firenze, infatti è proprio l’anno in cui arriva in città una persona che merita tutta la fama e la notorietà, cioè Maria de Medici. Nel caso te lo stessi chiedendo, sì, la famiglia di Maria è quella che ha dominato a Firenze per molti anni e di cui il suo membro più importante è stato Lorenzo “il magnifico”. L’arrivo e l’ospitalità devono essere tali quanto la magnificenza che Maria porta sulle spalle, Rembrandt fa parte di una piccola squadra di artisti, e fra gli artisti incaricati per le sei tele in onore della signora De’ Medici c’è anche il pittore. A richiedere l’aiuto di Rembrandt è Frans Banning Cocq che riveste l’importante ruolo di capitano di un piccolo gruppo di archibugieri, i “Kloveniers”. Quando il pittore inizia l’opera Cocq aveva già bene in mente quale fosse l’idea del disegno e come dovesse essere completata l’opera. Infatti la priorità dell’opera doveva essere proprio lui: da buon capitano, deve essere al centro e deve risaltare rispetto agli altri protagonisti nel lavoro del Rembrandt pittore.
La Ronda di Notte di Rembrandt: analisi e descrizione del dipinto
Il piccolo gruppo militare che deve essere rappresentato è composto da 14 persone, cioè militari, 15 contando Cocq. Sono tutti ritratti nella grande tela dell’artista olandese; nel momento in cui Rembrandt li immortala, i soldati stanno cominciando a muoversi dopo l’ordine di avanzare dato dal capitano. La Ronda di notte rientra nel genere pittorico olandese dei ritratti di gruppo statici, ma Rembrandt decide in questo caso di dare alla composizione l’idea che la milizia stia per mettersi in marcia. Il dipinto è anche famoso per tre grandi elementi assolutamente da non sottovalutare come le sue dimensioni, rispettivamente 363 x 437 cm, composto da tre larghi elementi orizzontali, assemblati dall’artista. L’uso assiduo e particolare delle luci e delle ombre e la percezione del movimento che in genere doveva essere tutt’altro, come uno statico ritratto militare di gruppo. Infatti il pittore fu anche rimproverato molte volte per la scelta del movimento e per la tecnica utilizzata perché andava contro i canoni delle sei tele in onore di Maria De’ Medici. I critici affermarono che aveva eseguito un dipinto dove esprimeva idee personali e che non si era concentrato abbastanza sui ritratti, inserendo elementi e personaggi non appartenenti alla scena. Per quanto riguarda i personaggi tutti nascondono qualcosa di clamoroso e particolare. Il personaggio principale è Cocq, capitano della squadriglia, figura centrale di tutto il dipinto, ma ciò che stupisce e lascia a bocca aperta è la bambina con abito giallo. Proviamo insieme a scoprire come e cosa simboleggia questo personaggio. Rembrandt nel dipinto ha inserito l’emblema tradizionale degli Archibugieri: la bambina in abito giallo in primo piano (lei stessa è una specie di mascotte) e con lei porta i simboli principali che sono gli artigli di un pollo morto sulla cintura e rappresentano ‘Clauweniers-Arquebusiers’, la pistola nascosta dietro il pollo è l’acronimo di ‘trifoglio’; inoltre, regge il calice della milizia. Quindi elemento principale di tutta l’opera, è come se il pittore avesse scelto di traferire l’importanza che il capitano Cocq voleva in tutta l’opera alla bambina che invece rappresenta tutta la simbologia del dipinto. Può anche darsi, però, che la figura della bambina svolga soltanto una funzione di bilanciamento cromatico. Le pennellate sono libere, vibranti, che costituiscono un effetto quasi materico, grumoso potremmo anche dire. Il pittore sceglie di sviluppare su codesto dipinto gli insegnamenti del grande Caravaggio che rendono ancora più vitale l’opera. Altra innovazione portata avanti dall’opera è l’estrema dinamicità delle figure, che non vengono raffigurate allineate o in posa, come tradizionalmente avveniva nel genere dei ritratti di gruppo, ma in un estremo movimento. Quello che colpisce e che contraddistingue l’opera è che con la tecnica utilizzata la trama luministica contribuisce anche a guidare l’occhio dell’osservatore verso i tre personaggi più importanti della scena, ovvero il capitano Cocq, il suo luogotenente e la fanciulla vestita d’oro.
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