OCCUPAZIONE SCOLASTICA: È ILLEGALE? Si torna a scuola, ma il periodo autunnale è spesso sinonimo anche di occupazione scolastica. Che sia spinta da buone motivazioni o meno, l’occupazione non è sempre ben vista dai dirigenti scolastici che preferiscono forme più regolamentate di protesta, come l’autogestione o la co-gestione delle lezioni. L’occupazione della scuola da parte degli studenti può configurarsi come reato, quindi se decidi di parteciparvi, devi conoscere quali sono le regole e come comportarti per evitare conseguenze. Vediamo insieme come funziona.
Leggi anche: Occupazione: cosa dovete sapere
OCCUPAZIONE SCOLASTICA: LA LEGGE. Stando al Codice Penale, l’occupazione è un reato disciplinato dagli articoli 633 e 640. L’articolo 633 prevede che chiunque invada arbitrariamente terreni o edifici altrui (pubblici o privati) possa essere punito con la reclusione fino a due anni o con una sanzione pecuniaria. L’articolo 640, invece, configura il reato di “interruzione di pubblico servizio”, punibile con la reclusione fino a un anno. Stando alla legge, quindi, l’occupazione sarebbe del tutto illegale, ma l’interpretazione della giurisprudenza sembra considerare l’occupazione di scuole e università diversamente. La Corte di Cassazione, in più occasioni, ha sottolineato che le occupazioni studentesche non rientrerebbero nella fattispecie indicata all’art. 633 perché gli studenti, in quanto alunni della scuola, non possono essere considerati soggetti terzi estranei. Per quanto riguarda l’articolo 640, la Cassazione ha escluso anche in questo caso che l’occupazione scolastica costituisca un’interruzione del pubblico servizio, purché dia la possibilità a studenti, dirigenti, docenti e personale ATA di accedere alla struttura e svolgere le lezioni seppur con difficoltà e nella confusione.
Potrebbe interessarti: Calendario scolastico 2016/2017: inizio scuole e vacanze
OCCUPAZIONE SCOLASTICA: REGOLAMENTO. Sebbene non esista un regolamento preciso sull’occupazione scolastica, ci sono delle regole da seguire. L’occupazione non può essere decisa da un piccolo gruppo di studenti, ma dalla maggioranza della scuola. Per questo, i rappresentati dell’Istituto devono convocare l’assemblea d’istituto proponendo l’occupazione e spiegandone i motivi. A questo punto si dovrà procedere alla votazione, che può avvenire in tre modi:
- per alzata di mano;
- tramite bigliettino scritto anonimo in cui si indica sì o no;
- per voto di classe (è il rappresentante che poi riporta ai rappresentanti il risultato).
Se i sì costituiscono la maggioranza, i rappresentati dovranno presentare al Preside un documento in cui spiegano i motivi dell’occupazione. È importante evitare di mettere firme o nomi per non diventare il capro espiatorio in caso di denuncia o di intervento delle forze dell’ordine. Dal momento in cui si è presentato il documento, si dichiara lo stato di “assemblea permanente” e si invita i professori, il preside e il personale ATA a uscire dalla scuola. Durante l’occupazione, compresa la notte, devono sempre rimanere a scuola 30 studenti.
Pronto per l’occupazione? Leggi qui: Occupazione scolastica: le frasi più belle per gli striscioni
OCCUPAZIONE SCOLASTICA: CONSEGUENZE. Sebbene le interpretazioni della giurisprudenza tendano a essere clementi con le occupazioni, a livello di legge l'occupazione costituisce un reato quindi il preside può sempre denunciarla o richiedere l’intervento delle forze di polizia. Coloro ritenuti responsabili dovranno affrontare un processo, e le sanzioni che si rischiano sono quelle descritte in precedenza e previste dagli artt.633 e 640. Tutto dipenderà poi dall’interpretazione che il giudice darà della legge. Tuttavia, anche considerando le interpretazioni “favorevoli” della Cassazione, la situazione potrebbe aggravarsi se:
- nella scuola sono entrate persone terze (persone che non sono studenti della scuola);
- si è impedito al personale scolastico di entrare a scuola;
- si sono danneggiati ambienti, mobilia o materiali all’interno della scuola.
Oltre alle conseguenze legali, esistono le ritorsioni dei presidi: potreste, ad esempio, beccarvi giorni di sospensione o il diniego a gite (nel migliore dei casi). Alcune scuole avevano addirittura previsto 15 giorni di sospensione per chi occupava la scuola, che di fatto corrispondono al 5 in condotta e quindi alla bocciatura automatica dello studente.
Vuoi saltare la scuola? Leggi anche: Scuse per non andare a scuola: quelle da provare
OCCUPAZIONE SCOLASTICA: COME COMPORTARSI. Avendo quindi adesso una visione d’insieme, è necessario considerare attentamente se fare occupazione o meno, e, nel caso si ritenga importante come forma di protesta, stare attenti al comportamento. Come già detto, non dovrete far introdurre persone estranee alla scuola, ma allo stesso tempo dovete permette l’accesso al personale scolastico se decide di entrare. Per nessuna ragione dovrete rompere oggetti, banchi o scrivere sui muri (se protestate per le condizioni della scuola, distruggerla non è una tattica molto efficace) e soprattutto siate aperti al dialogo con professori e preside. Spesso i presidi condividono informalmente la vostra protesta, quindi parlate con loro per evitare che ricorrano ai metodi descritti in precedenza. Se il dirigente scolastico propone un’autogestione, siate aperti al dialogo e alla negoziazione. Insomma, la diplomazia e l’educazione in genere vi aiuteranno a condurre un’occupazione senza conseguenze sfavorevoli a vostro carico.
Leggi anche: Primo giorno di scuola 2016: la data in tutte le regioni