PARAFRASI SABATO DEL VILLAGGIO
Hai bisogno di fare la parafrasi de Il Sabato del Villaggio di Giacomo Leopardi ma non sai come procedere, cosa analizzare per prima e come spiegare la poesia nel commento?
Non ti preoccupare, ci abbiamo pensato noi: in questa guida troverai tutto per fare l’analisi di questo testo poetico con in più gli strumenti per trovare suggerimenti validi per analizzare la poesia per conto tuo.
Prima di entrare nel vivo dell’analisi de Il sabato del Villaggio, devi sapere che questa poesia fa parte della raccolta dei Canti ed è stata pubblicata per la prima volta nel 1831, ma l’edizione definitiva e completa è quella del 1835. Ecco una scheda riassuntiva e di seguito la parafrasi con il testo poetico.
- Autore: Giacomo Leopardi
- Titolo dell’Opera: Canti
- Prima edizione dell’opera: La prima edizione è l’edizione Piatti uscita nel 1831, ma l’edizione definitiva e completa è quella del 1835
- Genere: Poesia lirica
- Forma metrica: Strofe libere di endecasillabi e settenari.
- Romanticismo
Vuoi fare da solo, ma hai bisogno di qualche dritta? Leggi: Parafrasi: come si fa
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IL SABATO DEL VILLAGGIO DI LEOPARDI: TESTO
Per facilitare la comprensione della parafrasi de Il sabato del villaggio, ecco il testo della poesia con i versi numerati:
1. La donzelletta vien dalla campagna,
2. in sul calar del sole,
3. col suo fascio dell’erba, e reca in mano
4. un mazzolin di rose e di viole,
5. onde, siccome suole,
6. ornare ella si appresta
7. dimani, al dí di festa, il petto e il crine.
8. Siede con le vicine
9. su la scala a filar la vecchierella,
10. incontro lá dove si perde il giorno;
11. e novellando vien del suo buon tempo,
12. quando ai dí della festa ella si ornava,
13. ed ancor sana e snella
14. solea danzar la sera intra di quei
15. ch’ebbe compagni dell’etá piú bella.
16. Giá tutta l’aria imbruna,
17. torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre
18. giú da’ colli e da’ tetti,
19. al biancheggiar della recente luna.
20. Or la squilla dá segno
21. della festa che viene;
22. ed a quel suon diresti
23. che il cor si riconforta.
24. I fanciulli gridando
25. su la piazzuola in frotta,
26. e qua e lá saltando,
27. fanno un lieto romore:
28. e intanto riede alla sua parca mensa,
29. fischiando, il zappatore,
30. e seco pensa al dí del suo riposo.
31. Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
32. e tutto l’altro tace,
33. odi il martel picchiare, odi la sega
34. del legnaiuol, che veglia
35. nella chiusa bottega alla lucerna,
36. e s’affretta, e s’adopra
37. di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba.
38. Questo di sette è il piú gradito giorno,
39. pien di speme e di gioia:
40. diman tristezza e noia
41. recheran l’ore, ed al travaglio usato
42. ciascuno in suo pensier fará ritorno.
43. Garzoncello scherzoso,
44. cotesta etá fiorita
45. è come un giorno d’allegrezza pieno,
46. giorno chiaro, sereno,
47. che precorre alla festa di tua vita.
48. Godi, fanciullo mio; stato soave,
49. stagion lieta è cotesta.
50. Altro dirti non vo’; ma la tua festa
51. ch’anco tardi a venir non ti sia grave.
PARAFRASI IL SABATO DEL VILLAGGIO DI GIACOMO LEOPARDI
Di seguito, la parafrasi della poesia verso per verso con la spiegazione del significato.
1-3: il sabato, la giovinetta, torna dalla campagna al tramonto, con il suo mazzo d’erba
3-4: e porta in mano un mazzo di rose e viole
5-7:perché ella si accinge ad adornarsi, domani, nel giorno festivo, il petto e i capelli come fa di solito
8-9: la vecchierella siede insieme con le vicine sulla scala a filare
10: rivolta verso il punto in cui il sole tramonta
11-15: e racconta dei suoi anni di gioventù, quando ancora bella si ornava per la festa ed era solita ballare con i suoi coetanei
16-19: si fa scuro e torna azzurro il cielo sereno, dopo il crepuscolo, e tornano di nuovo le ombre dai colli e dai tetti, create dalla luce bianca della luna
20- 23: la campana annuncia la festa che viene e l’animo è come consolato dal giorno di festa
24-27: i ragazzi gridano in gruppo nella piazza, e saltellano di qua e di là, facendo rumore, che perà è piacevole
28-30: e intanto siede alla sua povera tavola, fischiettando, il contadino, pensando alla domenica, giorno festivo
31-37: poi, quando si sono spente tutte le luci e tutto tace, odi il martello e la sega del falegname, che lavora con la luce di una lampada, che si affretta di finire la sua opera per l’alba.
38-42: questo, la domenica, tra i sette giorni della settimana è il più gradito, pieno di speranza e gioia, però al lunedì, la tristezza e la noia torneranno, e tutti torneranno a lavorare
43- 47: ragazzo spensierato, la tua età, fiore della vita (adolescenza) è un ‘età di allegria pura, come il sabato, un giorno sereno, che percorre la tua vita
48- 51: Goditi questa gioventù, fanciullo mio; altro non oso dirti, ma solo che la gioventù non ti pesi in età adulta.
IL SABATO DEL VILLAGGIO: FIGURE RETORICHE
Ecco l’analisi più dettagliata delle figure retoriche presenti nella poesia.
- Allitterazioni “donzelletta, vecchierella, novellando, sulla, bella, colli”; “giorno, chiaro, ciascuno, gioia, stagion, pien, pensier, lieta”
- Metafore “età più bella” (v. 15); “età fiorita” (v. 44); “stagion lieta” (v. 49) per indicare la giovinezza; “festa” (vv. 47 e 50) per indicare la maturità
- Similitudine vv. 44-45: “cotesta età fiorita è come un giorno d’allegrezza pieno”
- Metonimia v. 17: “il sereno” (ad indicare il cielo)
- Enjambements vv. 4-5: “reca in mano / un mazzolin di rose e di viole”; vv. 33-34: “la sega / del legnaiuol”; vv. 40-41: “tristezza e noia / recheran l’ore”
- Apostrofi v. 43: “garzoncello scherzoso”; v. 48: “fanciullo mio”
- Preterizione v. 50: “altro dirti non vo’”
- Iperbato vv.6-7: “tornare ella si appresta / dimani, al dì di festa, il petto e il crine”; v. 41-42: “ed al travaglio usato / ciascuno in suo pensier farà ritorno”; vv. 50-51: “ma la tua festa / ch’anco tardi a venir non ti sia grave”
- Anastrofi v. 11: “novellando vien”; v. 45: “d’allegrezza pieno”
- Anadiplosi vv. 45-46: “un giorno di’allegrezza pieno / giorno chiaro, sereno”
COMMENTO IL SABATO DEL VILLAGGIO
Il sabato è certamente una metafora di piacere, secondo la visone leopardiana: rappresenta la gioventù, lieta e spensierata, mentre l’età adulta è la domenica. Come il sabato precede il giorno della festa tanto attesa, così l’adolescenza è l’attesa, spesso ansiosa, dell’età adulta, un’età che, quando si è giovani, può sembrare ricca di invitanti promesse. Nella visione di Leopardi, però, godere del pensiero di queste ultime è l’unica forma di felicità possibile perché la realtà porta sempre con sé l’amarezza e la disillusione. Nella prima parte del canto, quella idilliaca, Recanati è colta alla sera del sabato: giovani e vecchi si preparano alla festa del giorno successivo e si affrettano a terminare il loro lavoro per godere del riposo domenicale. L’attesa del giorno di festa è un momento di speranza e di gioia. La seconda parte è più riflessiva: attraverso l’ammonimento lanciato al ragazzo, Leopardi allude appena alla triste realtà spiegando come l’attesa della festa sia molto più bella della festa stessa. Alla stesso modo, l’adolescenza, piena di sogni, è l’unica età felice per l’uomo.
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