Peppino Impastato: biografia
Giuseppe Impastato, detto Peppino, è stato un giornalista e attivista italiano, facente parte di Democrazia Proletaria e noto per le sue denunce contro le losche attività di Cosa Nostra. Peppino nacque all’interno di una famiglia mafiosa con cui ruppe presto i rapporti per avviare un’attività politico-culturale antimafia. Nel 1965 fondò il giornalino “L’idea socialista” e aderì al PSIUP. Nel 1977 fondò Radio Aut, con cui denunciò i crimini e gli affari dei mafiosi del posto. Nel 1978 si candidò alle elezioni provinciali ma non visse abbastanza per conoscerne il risultato.
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La morte di Peppino Impastato
9 maggio 1978: l’Italia piange l’omicidio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse; contemporaneamente a Cinisi, in provincia di Palermo, Peppino Impastato, giornalista e attivista, muore a 30 anni stroncato dall’esplosione di una carica di tritolo posta sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia. Si tratta di un attentato mafioso annunciato: Peppino era già stato minacciato tantissime volte. Cercarono di farlo passare come suicida ma nessuno ci credette: pochi giorni dopo la sua morte gli elettori di Cinisi votarono il suo nome nell’ambito delle elezioni, riuscendo ad eleggerlo simbolicamente al Consiglio comunale. Peppino Impastato divenne un simbolo, il simbolo della lotta contro la mafia.
Peppino Impastato: frasi
Tra le sue frasi più celebri che sono passate alla storia, ricordiamo:
- Il comunismo non è oggetto di libera scelta intellettuale, né vocazione artistica: è una necessità materiale e psicologica.
- Mafia, una montagna di merda.
- Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!
- Nessuno ci vendicherà: la nostra pena non ha testimoni.
- Appartiene al tuo sorriso l’ansia dell’uomo che muore, al suo sguardo confuso chiede un po’ d’attenzione.