PROMESSI SPOSI: LE FIGURE RETORICHE PIÙ RICORRENTI
Come tutti sappiamo, le figure retoriche possono essere utilizzate non solo in poesia ma anche in prosa. Ne è un esempio il romanzo di Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, in cui troviamo innumerevoli figure retoriche utilizzate per abbellire il testo, ma anche per spiegare meglio un concetto che altrimenti risulterebbe poco chiaro o poco incisivo.
E allora, per analizzare bene un capitolo dei Promessi Sposi non occorrerà solo farne il riassunto o interpretarne il contenuto, ma sarà necessario fare una bella analisi linguistica e stilistica, così da raggiugere il significato più profondo delle parole dell’autore. In questo articolo ci concentreremo sulle figure retoriche presenti nei Promessi Sposi, così da riconoscerle più facilmente e comprenderne meglio il significato.
FIGURE RETORICHE PROMESSI SPOSI: QUALI SONO
Il Manzoni arricchisce il proprio linguaggio utilizzando diverse figure retoriche, in particolare similitudini e metafore, ma anche enumerazioni, anafore, climax ed ossimori. Le figure retoriche più frequenti in assoluto però sono le similitudini e le metafore: per quale motivo?
Il motivo è molto semplice: l’autore ha intenzione di farsi comprendere da tutti, sia da gente colta che da persone meno istruite, per cui le metafore e le similitudini riescono a spiegare in modo molto semplice ciò che viene descritto o narrato nel romanzo.
Vediamo allora nel dettaglio le singole figure retoriche presenti nel romanzo di Manzoni.
Promessi Sposi, figure retoriche: metafore e similitudini
La metafora consiste nella sostituzione di un termine con un altro legato al primo attraverso un rapporto di somiglianza. La similitudine invece è una figura retorica che consiste nel paragonare due cose o concetti. Si tratta fondamentalmente, in entrambi i casi, di paragoni, espressi in modi differenti.
Un senso metaforico pervade tutto il romanzo di Manzoni: possiamo riscontrarlo in una singola frase, in una scena intera o nella descrizione di un personaggio. Per esempio, nel capitolo V, la scena che ha come protagonista Fra’ Cristoforo che si reca presso la casa di Don Rodrigo è tutta pervasa da un senso metaforico.
Il paesaggio che circonda il palazzo dei Don Rodrigo e la realtà sociale sono descritti attraverso metafore animalesche, che danno l’idea di violenza e della grottesca condizione dei costumi di quella gente influenzata dal signorotto. Ecco alcune metafore presenti nel capitolo:
- “Ha l’occhio a tutto, e per tutto … ha l’occhio per tutto, dico, e le mani lunghe”
- “…omacci tarchiati e arcigni…”
- “…vecchi che, perdute le zanne parevano sempre pronti, chi nulla nulla gli aizzasse, a digrignar le gengive…”
Figure retoriche Promessi Sposi: enumerazione
L’enumerazione è un elenco di parole o gruppi di parole. Nei Promessi Sposi vi sono innumerevoli passi in cui sono presenti enumerazioni: in questo caso abbiamo un qualcosa di diverso rispetto a similitudini e metafore, in quanto si tratta proprio di elencare nomi concreti, ribadendo il legame tra oggetti e nomi. Un esempio di enumerazione lo troviamo nel capitolo XXXIII del romanzo, nella scena in cui renzo ritorna al proprio paese e trova il suo piccolo orto incolto.
A questo punto Manzoni fa un vero e proprio sfoggio delle sue conoscenze nel campo della Botanica, elencando tutte le specie di piante che sono cresciute durante la sua assenza: “Spighette, pannocchiette, ciocchi, mazzzetti, capolini bianchi, rossi, gialli, azzurri”.
Figure retoriche Promessi Sposi: anafora
L’anafora invece consiste nel ripetere, ad inizio verso o ad inizio di proposizione, una o più parole con cui inizia il verso o la proposizione precedente. Questa viene utilizzata per accentuare un concetto che l’autore vuole spiegare o rendere più incalzante il ritmo della narrazione.
Eccone un esempio tratto dal capitolo XXI: “Ora si proponeva d’abbandonare il castello…ora gli rinasceva una fosca speranza…ora lo sospirava”.
Figure retoriche Promessi Sposi: climax
Si tratta di un graduale passaggio da un concetto all’altro sempre più intenso. Nel romanzo la figura retorica viene utilizzata per intensificare un concetto. Ecco un esempio tratto dal capitolo XV: “angherie, trappole, impicci”.
Figure retoriche Promessi Sposi: ossimoro
L’ossimoro è l’accostamento di due parole che esprimono concetti contrari: il Manzoni utilizza questa figura retorica per abbellire e rendere più ricercata una parte del testo: “diavolo d’un frate!” (capitolo IV).
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