RIASSUNTO DECAMERON: FRATE CIPOLLA. Il Decameron di Giovanni Boccaccio è uno dei pilastri fondamentali della letteratura italiana e uno dei più studiati a scuola. Certo, studiare le 100 novelle che lo compongono risulterebbe un po’ impegnativo, perciò abbiamo pensato di alleggerirti i compiti: ecco per te il riassunto di una delle novelle più famose, quella di Frate Cipolla, la decima novella della sesta giornata. A decidere il tema del giorno è la regina Elissa: le novelle ruoteranno intorno all’efficacia della parola, grazie alla quale gli uomini possono riuscire a per sovvertire le situazioni complicate in cui si trovano, attraverso l’uso intelligente e arguto dell’arte oratoria. La novella di Frate Cipolla è narrata da Dioneo , che in genere racconta le storielle più licenziose e divertenti.
Per approfondimenti leggi: Decameron Riassunto
RIASSUNTO FRATE CIPOLLA DECAMERON BOCCACCIO. Frate Cipolla è un religioso dell’ordine di Sant'Antonio, congregazione nota al tempo del Boccaccio per i frequenti traffici di reliquie sacre e, più in generale, per un’avidità senza scrupoli. Dioneo racconta che Frate Cipolla si reca a Certaldo, patria di Boccaccio tra l’altro, a riscuotere le offerte dei fedeli, truffandoli. Il religioso era un uomo dotato di grande capacità dialettica, con la quale riusciva a farsi consegnare ricche offerte.
“Era questo frate Cipolla di persona piccolo, di pelo rosso e lieto nel viso e il miglior brigante del mondo: e oltre a questo, niuna scienzia avendo, sì ottimo parlatore e pronto era, che chi conosciuto non l’avesse, non solamente un gran rettorico l’avrebbe stimato, ma avrebbe detto esser Tulio medesimo o forse Quintiliano: e quasi di tutti quegli della contrada era compare o amico o benivogliente”.
A Certaldo, ai fedeli, Frate Cipolla addirittura dice:
““vi mostrerò una santissima e bella reliquia […] una delle penne dell’agnol Gabriello, la quale nella camera della Vergine Maria rimase quando egli la venne a annunziare in Nazarette”
Due amici del Frate, Biagio Pizzini e Giovanni del Bragoniera, decidono di fare uno scherzo a Cipolla e si dirigono al suo alloggio dove il servo del frate, Guccio, che avrebbe dovuto sorvegliare e proteggere la reliquia, si trova in cucina per sedurre la cuoca Nuta. I due amici trovano così la strada spianata: trovano la piuma dell'angelo, che in realtà era di un uccello, e la sostituiscono con dei carboni.
“Contenti adunque i giovani d’aver la penna trovata, quella tolsero e, per non lasciare la cassetta vota, vedendo carboni in un canto della camera, di quegli la cassetta empierono; e richiusala e ogni cosa racconcia come trovata avevano, senza essere stati veduti, lieti se ne vennero con la penna e cominciarono a aspettare quello che frate Cipolla, in luogo della penna trovando carboni, dovesse dire.”
Al momento della predica, quando avrebbe dovuto mostrare la reliquia, Frate Cipolla si accorge, aprendo la scatola che la piuma non c’è più e al suo posto vi sono dei carboni, ma è proprio in questo momento che la furbizia e l’arguzia di Cipolla prendono il sopravvento, e grazie alle sue capacità oratorie, improvvisa una predica clamorosa ed efficace.
“io fui mandato dal mio superiore in quelle parti dove apparisce il sole”
Frate Cipolla racconta del suo viaggio in Terrasanta dove con i suoi occhi ha vista tante reliquie e che elenca minuziosamente. Spiega che i carboni posti nella scatola sono quelli del martirio di san Lorenzo e che sono al posto della piuma di Gabriele per volontà divina
“Vera cosa è che io porto la penna dell’agnol Gabriello, acciò che non si guasti, in una cassetta e i carboni co’ quali fu arrostito san Lorenzo in un’altra; le quali son sì simiglianti l’una all’altra, che spesse volte mi vien presa l’una per l’altra, e al presente m’è avvenuto; per ciò che, credendomi io qui avere arrecata la cassetta dove era la penna, io ho arrecata quella dove sono i carboni. Il quale io non reputo che stato sia errore, anzi mi pare esser certo che volontà sia stata di Dio e che Egli stesso la cassetta de’ carboni ponesse nelle mie mani, ricordandom’io pur testé che la festa di san Lorenzo sia di qui a due dì”.
FRATE CIPOLLA RIASSUNTO E ANALISI. Il tema principale che il Boccaccio evidenzia attraverso il racconto della storia di Frate Cipolla è quello dell’intelligenza umana, capace di cose straordinarie come di beffe incredibili. La Fortuna, quando si presenta, può cogliere impreparati se non si possiede l’intelligenza, capace di fartela cavare in ogni circostanza che la vita ti pone davanti. Inoltre occorre notare che anche in questa novella è presente la beffa: al fine di non passare per un furfante, Cipolla approfitta dell’ignoranza e dell’ingenuità dei fedeli. Addirittura, nel raccontare il suo viaggio cita città storpiandone i nomi come “Vinegia” è Venezia, e poi si cita la “Sardigna”, tanto i suoi ascoltatori non hanno la minima idea che siano sbagliate. Frate Cipolla li inganna tutti, al punto che alla fine riceverà le offerte e anche Biagio e Giovanni volgono un sentito apprezzamento al frate, per una “beffa” ben riuscita.
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