SI DICE E’ PIOVUTO O HA PIOVUTO?
Il brutto tempo e la pioggia non giovano a nessuno, soprattutto ai metereopatici e a coloro che non sanno se si dice ha piovuto o è piovuto. Il dilemma è di quelli amletici per cui si vorrebbe poter scomodare a proprio piacimento l’Accademia della Crusca dato che capita spesso di sentir dire entrambe le espressioni in un giorno di pioggia qualunque. Per evitare di sbagliare (e di unire alle problematiche legate alla pioggia, quelle che riguardano le brutte figure) bisogna sapere qual è l’ausiliare giusto da utilizzare con il verbo piovere: meglio usare il verbo essere o il verbi avere? Rispondiamo insieme a questa domanda.
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QUAL E’ L’AUSILIARE DI PIOVERE?
I verbi che indicano condizioni atmosferiche come piovere, grandinare, nevicare, diluviare, tuonare sono verbi impersonali e, secondo la grammatica, richiedono l’ausiliare essere. Detto questo occorre specificare che i verbi impersonali sono quei verbi che esprimono un’azione o una condizione non attribuibile a persona o a una cosa determinata. Ecco alcuni esempi corretti: “oggi è piovuto a dirotto”, “era appena albeggiato”, “è nevicato sui monti” e via di seguito. Tutto qui? Non esattamente: in alcuni casi, infatti, c’è un’eccezione che conferma la regola.
L’ACCADEMIA DELLA CRUSCA RISPONDE
Vediamo infatti cosa sostiene l’Accademia della Crusca che, in merito alla questione afferma, in poche parole, che in una particolare condizione grammaticale l’uso di entrambe le espressioni verbali è corretto. Vediamo perché:
- Quando ci si imbatte nell’uso intransitivo impersonale del verbo piovere, cioè quando quest’ultimo ha il significato di cadere della pioggia dal cielo, può formare i tempi composti sia con l’ausiliare essere che con avere. Per esempio: “ieri è piovuto tutto il giorno” o “ieri ha piovuto tutto il giorno.
- Quando il verbo piovere non ha valore impersonale e quando viene usato nei suoi significati figurati e traslati, forma i tempi composti soltanto con l’ausiliare essere. Per esempio: “sono piovuti auguri”, “sono piovute critiche”, “mi sono piovute addosso un sacco di noie”, “Mario è piovuto a casa mia alle tre di notte”.
L’Accademia, inoltre ci informa che sono documentati in alcuni scrittori anche rari casi di uso transitivo, quindi con ausiliare avere, del verbo piovere nel significato di ‘far cadere dal cielo pioggia: “Padre e Signor, s’al popol tuo piovesti / già le dolci rugiade entro al deserto” (Tasso).
Abbiamo chiaro ora che il verbo piovere dovrebbe essere usato con l’ausiliare essere, ma ormai l’uso dell’ausiliare avere è presente nella lingua italiana, perciò si sente dire spesso “ha piovuto”, “avrà nevicato in montagna” e via dicendo. In conclusione possiamo dire che tutti e due gli ausiliari sono ammessi, e che tutte e due le forme sono ormai definitivamente accettate.
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