Testo argomentativo sulla Pena di Morte: traccia per la scuola

Testo Argomentativo sulla Pena di Morte

Vuoi uno spunto per un tema breve sulla pena capitale? Ecco il nostro testo argomentativo pensato per te.

Devi scrivere un tema argomentativo sulla pena di morte, ma non hai ben capito bene come si svolge questo tipo di testo e cosa scrivere sull’argomento? A differenza del tema tradizionale, il testo argomentativo ti invita a esprimere un’idea, un’opinione o una teoria con argomentazioni logiche e coerenti, confutando le posizioni opposte o diverse da quelle sostenute da chi scrive. Per questo motivo, un testo argomentativo è composto da una tesi e da un’antitesi. La cosa ti sembra difficile? In realtà è più facile di quanto tu pensi, ma se hai bisogno di un esempio, ci siamo qui noi ad aiutarti: ecco il nostro tema argomentativo sulla pena di morte da cui potrai prendere spunto! Buona Lettura!

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TESTO ARGOMENTATIVO SULLA PENA DI MORTE: INTRODUZIONE

La pena di morte, ossia il condannare con la morte chi commette reati considerati gravi dalla società e dallo stato, era un castigo molto popolare nel passato, mentre oggi sono 104 i Paesi che hanno abolito la pena capitale per tutti i tipi di reati. Tuttavia, la Turchia si appresta a votare, dopo il referendum sull’ampliamento dei poteri al presidente Erdogan, anche per un referendum sulla reintroduzione della pena di morte e anche negli stati europei c’è una parte dell’opinione pubblica favorevole alla sua applicazione. La pena di morte, tuttavia, è utile e giustificata?

TESTO ARGOMENTATIVO SULLA PENA DI MORTE: TESI

 I dati parlano chiaro: sono 104 i Paesi che hanno abolito la pena di morte per tutti i reati e ben 7 quelli che l’hanno abolita per i reati comuni e la mantengono per reati commessi in tempo di guerra o in circostanze eccezionali, a cui vanno sommati altri 30 stati in cui la pena di morte è in vigore, ma in cui non avvengono esecuzioni da almeno dieci anni. Su 198 stati al mondo, solo 57 mantengono in vigore la pena di morte (inclusi Cina, Pakistan, Iran, Arabia Saudita e alcuni stati degli Stati Uniti).

Perché la maggioranza dei Paesi ha rinunciato alla pena capitale? La Dichiarazione Universale dei diritti umani e altri trattati regionali e internazionali riconoscono il diritto alla vita, anche per coloro che hanno a sua volta commesso dei reati crudeli. “Occhio per occhio, dente per dente” non può essere la soluzione contemporanea in quanto vorrebbe dire fare abbassare lo stato allo stesso livello di alcuni criminali (si pensi ai serial killer). In ogni caso, risulta essere una punizione crudele e disumana, che nega qualsiasi possibilità di riabilitazione e non rispetta i valori di tutta l’umanità. Inoltre, ammetterebbe l’ipotesi di un omicidio premeditato di stato che, come avviene in alcuni Paesi, è volto a punire anche oppositori politici, personaggi scomodi e chi va contro al potere.

TESTO ARGOMENTATIVO SULLA PENA DI MORTE: ANTITESI

I sostenitori della pena di morte puntano molto sull’effetto deterrente della pena di morte, ossia pensano che la pena capitale scoraggi le persone a commettere reati se vogliono evitare di subire quella punizione. Inoltre, sarebbe una giusta punizione per chi, a sua volta, ha sottratto una vita a qualcun altro. Già Beccaria, nel ‘700, ne “I delitti e delle pene”, aveva sottolineato come il diritto alla vita sia sottratto alla volontà del singolo e dello Stato e per questo intoccabile.

Inoltre, la pena di morte non è deterrente poiché i criminali temono meno la morte di un ergastolo perpetuo o della schiavitù; per chi invece partecipa alle esecuzioni in piazza, essa può apparire come uno spettacolo, indurendo così gli animi e rendendoli più inclini al delitto, oppure suscitare compassione verso il condannato, minando il senso di fiducia nelle istituzioni. Anche oggi, le tesi di Beccaria non vengono smentite in quanto nessuno studio ha mai dimostrato che la pena di morte sia un deterrente più efficace di altre punizioni, come l’ergastolo.

Anzi, alcune statistiche relative agli Stati che hanno abolito la pena di morte e gli Stati mantenitori negli Stati Uniti (dati forniti dall’Uniform Crime Reports dell’FBI) hanno dimostrato non solo che la pena di morte non ha alcun effetto deterrente, ma che produce addirittura un maggior effetto criminogeno, in quanto il tasso di omicidi è più alto negli Stati che mantengono la pena capitale rispetto agli Stati abolizionisti. Gli stessi risultati si ottengono anche tenendo conto di diverse variabili rispetto al mero numero degli omicidi commessi, come il carattere sociale, economico, culturale e politico degli stati presi in considerazione. C’è poi da chiedersi cosa succederebbe se lo stato uccidesse una persona in realtà innocente e quindi condannata a morte per un reato da lui non commesso.

TESTO ARGOMENTATIVO SULLA PENA DI MORTE: CONCLUSIONE

La pena di morte è uno strumento non solo inefficace per ridurre la criminalità, ma anche contrario ai valori di umanità universali e può essere un metodo usato da dittatori per eliminare sommariamente chiunque sia una voce scomoda anche senza avere commesso nessun reato di rilievo. Quello che è importante, al fine di ridurre la pena, non è la punizione esemplare basata sulla legge del taglione, ma la certezza della pena. Citando ancora Beccaria: “La certezza di un castigo, benché moderato, farà sempre una maggiore impressione che non il timore di un altro più terribile, unito con la speranza dell’impunità”.

 

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