Ci sono dubbi amletici che assalgono all’improvviso, magari nel bel mezzo di un compito d’italiano, e tra questi molto probabilmente ce n’è uno che almeno una volta si è insinuato nella tua testa: si scrive tuttora o tutt’ora? Qual è la formula giusta? Quale delle due locuzioni è corretta e come si usano? Hanno lo stesso significato e si possono usare a piacimento? Procediamo con calma alla scoperta del parere dell‘Accademia della Crusca e sveliamo l’arcano mistero: è il momento di fare un bel ripasso di grammatica!
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SI SCRIVE TUTTORA O TUTT’ORA?
Insomma: si scrive tuttora o tutt’ora? Il dubbio mette in crisi studenti e non e la colpa è tutta dell’apostrofo che, ammettiamolo, mette una ansia terribile. Iniziamo subito col dire che la forma corretta è tuttora.
L’Accademia della Crusca spiega che queste forme unite vengono definite univerbate, mentre il fenomeno viene chiamato univerbazione. Per essere ancora più chiari, specifichiamo che ‘univerbare’ in linguistica significa far passare un sintagma a elemento lessicale unico (anche quando composto).
Il dubbio però nasce perché ci si confonde con altre parole che iniziano con ‘tutto’ e che si scrivono invece con l’apostrofo, come per esempio nel caso di tutt’altro, tutt’oggi, tutt’e due e tutt’uno.
SI SCRIVE TUTTORA: ECCO IL MOTIVO
Per spiegare questa formula, facciamo un pò di archeologia della grammatica italiana: come in molti altri casi simili, la grafia separata tutt’ora era normale nell’italiano antico e fino all’Ottocento, ma è da segnalarsi come una forma arcaica e praticamente in disuso. Nell’italiano contemporaneo la grafia corrente è quindi tuttora.
Se capita di scrivere tutt’ora è un errore grave? In realtà non si sbaglia del tutto perché tutt’ora non è scorretto in assoluto, però, questa forma arcaica è più adatta a una poesia e non a un tema.
Per esempio: “con la varietà e con l’eccellenza delle opere loro hanno nobilitata e nobilitan tutt’ora la toscana favella” (G. Rezasco, Della lingua toscana). Vi lasciamo con qualche esempio, giusto per rimarcare il fatto ormai accertato di scrivere tuttora attaccato:
- La nebbia si vede tuttora e ricopre tutta la vallata.
- Tuttora mi fa male il ginocchio, colpa di quella caduta!
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