Disponibile su Netflix dal 14 novembre, l’attesissimo sequel di Suburra, intitolato Suburræterna, porta lo spettatore in un avvincente viaggio di 8 episodi attraverso gli intricati intrecci criminali di Roma. Lontano dall’essere una semplice appendice della trama originale, lo spin-off si distingue per il punto di vista, più orientato ad approfondire i personaggi, e la regia di Ciro D’Emilio e Alessandro Tonda.
Il ritorno indesiderato: Spadino a Roma
Suburræterna inizia tre anni dopo la tragica conclusione di Suburra e la partenza di Alberto che, dopo la morte di Aureliano, trovava la forza di lasciarsi alle spalle crimine e famiglia per rifarsi una vita altrove. Nel 2011, Roma è nel caos: manifestazioni, rivolte e una profonda crisi economica scuotono la città eterna e le tre forze che da sempre governano la Capitale – bande criminali, politica e Vaticano – stanno per subire forti scossoni. In questo delicato equilibrio si inserisce una nuova banda criminale, i Luciani, che organizzano una vendetta dal sapore fortemente shakespeariano.
Spadino vive ora a Berlino, fa il DJ ed è finalmente libero di essere sé stesso. Purtroppo, i fatti che infiammano la capitale lo costringono a tornare per difendere il suo passato e affrontare la lotta generazionale che agita le fondamenta della sua città.
La nuova famiglia di criminali
I primi episodi di Suburræterna introducono i fratelli Luciani, Damiano, Giulia, e Cesare, interpretati rispettivamente da Marlon Joubert, Yamina Brirmi e Morris Sarra. Con una spietata vendetta contro gli Anacleti, questa nuova banda innesca una reazione a catena che mette in dubbio il dominio politico di Cinaglia (Filippo Nigro) e minaccia l’influenza del cardinale Nascari (Alberto Cracco). È l’inizio di una lotta generazionale: in palio, questa volta, c’è il controllo dei lavori del nuovo stadio della Roma.
Il viaggio emotivo dalle alleanze ai tradimenti
Mentre la trama si sviluppa, Suburræterna porta in scena un approccio molto più character-driven. La serie infatti si immerge nelle emozioni, nei dolori e nelle rivalse dei personaggi per rivelare le mutevoli alleanze e i tradimenti che plasmano la criminalità a Roma. Anche una parola sbagliata può ribaltare un’alleanza: la fiducia è merce sempre più rara e gli equilibri di potere si ritrovano appesi ancora una volta a lotte tra clan, rappresaglie sanguinose e intrighi politici.
Il verdetto finale: Suburræterna merita la visione
Con la sua miscela di dramma, azione e crime, Suburræterna si dimostra all’altezza delle aspettative del pubblico internazionale di Netflix. La trama si evolve in un’immersione avvincente nel mondo criminale di Roma, con nuove sfide, alleanze imprevedibili e colpi di scena che tengono gli spettatori sul filo del rasoio. Certo, si sente la mancanza dell’Aureliano di Alessandro Borghi, dell’alchimia dell’amicizia tra lui e Spadino e anche del look di quest’ultimo, ora molto più sobrio e maturo, ma, nonostante le perplessità iniziali, il nuovo capitolo si è rivelato degno della saga.