Tagli alla scuola italiana con la Legge di Bilancio per il 2025. Le proteste dei sindacati - Studentville

Tagli alla scuola italiana con la Legge di Bilancio per il 2025. Le proteste dei sindacati

Nuove preoccupazioni da parte della CGIL per la Legge di Bilancio 2025, in cui secondo il sindacato verranno applicati tagli ingenti nel settore pubblico e soprattutto formativo.
Tagli alla scuola italiana con la Legge di Bilancio per il 2025. Le proteste dei sindacati
Nuove preoccupazioni da parte della CGIL per la Legge di Bilancio 2025, in cui secondo il sindacato verranno applicati tagli ingenti nel settore pubblico e soprattutto formativo.

Le procedure del Governo Meloni con la Legge di Bilancio 2025

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta lavorando insieme alla sua equipe di Governo alla Legge di Bilancio per il 2025 che dovrebbe trovare coerenza fino a fine mandato nel 2027. Le Legge prevede un’applicazione di futuri cambiamenti, in cui probabilmente saranno previsti anche dei tagli. Moltissime persone, tra cui i sindacati come la CGIL, sono preoccupati che codeste restrizioni siano applicate ai comparti pubblici tra cui l’istruzione, la sanità, gli enti locali e la ricerca.

Il timore e la protesta dei sindacati

In merito alla Legge di Bilancio 2025 dopo la redazione da parte dell’Assemblea Generale, la CGIL ha espresso la sua opinione:

“La prossima Legge di Bilancio inaugurerà una lunga stagione di rigore e tagli alla sanità, a istruzione e ricerca, alla previdenza, ai contratti collettivi nazionali di lavoro pubblici, agli enti locali, agli investimenti”.

Inoltre, gli esponenti del celebre sindacato hanno aggiunto protestando:

“Tutto ciò non è una prospettiva inevitabile, ma il risultato di una precisa scelta politica: quella di non toccare extraprofitti, profitti, rendite finanziare e immobiliari, grandi patrimoni, evasione fiscale e contributiva”.

Insomma, secondo la CGIL il Governo sarà sempre più indirizzato a tutelare per il proprio interesse l’ambito privato e tutto ciò che concerne i settori estremamente profittevoli, andando così a “toccare” solamente gli enti pubblici. Molteplici sono i quesiti a tal proposito e i sindacati si chiedono in “quali ambiti” nello specifico saranno applicati i tagli economici.

Probabilmente ci sarà un conseguente “ridimensionamento” delle risorse, senza intralciare gli stipendi e le retribuzioni statali, poiché sono tuttora decisamente sotto la media europea e non solo.

Cosa fare secondo la CGIL

Il rinomato sindacato, a tal proposito, ha dichiarato che sarebbe opportuno che il Governo, invece di applicare tagli limitanti agli enti pubblici rivalutasse una riforma fiscale rivedendo alcuni principi della Costituzione.

In merito a ciò, il responsabile del sindacato, Maurizio Landini, ha sottolineato con timore il tentativo del Governo Meloni di intralciare uno dei settori più importanti del Paese, ossia l’istruzione.

Ebbene, secondo l’esponente della CGIL ,se venissero applicati dei tagli drastici in futuro delle risorse per la ricerca, l’università e la formazione italiana si andrebbe incontro ad un peggioramento sociale e non solo.

Il Governo di Giorgia Meloni, in principio, aveva dichiarato che avrebbe fatto di tutto per “elevare” la spesa per il settore formativo e universitario rispetto al PIL nazionale, tentando di avvicinarsi alla media degli altri Paesi europei.

Solo il tempo potrà dare delle conferme e risposte più concrete attraverso l’applicazione della Legge di Bilancio 2025.

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