Tasse universitarie: per colpa dei tanti esonerati, l’importo medio supera i 1.500 euro - Studentville

Tasse universitarie: per colpa dei tanti esonerati, l’importo medio supera i 1.500 euro

Tasse universitarie: per colpa dei tanti esonerati, l’importo medio supera i 1.500 euro

Forte disparità nel costo delle tasse d’iscrizione all’università: molti studenti beneficiano di esenzioni totali o parziali, mentre chi non rientra nelle fasce protette si trova a pagare un conto particolarmente salato.

Negli ultimi anni le politiche per il sostegno economico agli studenti universitari hanno portato a un significativo aumento degli esoneri dalle tasse, soprattutto grazie all’introduzione della “no tax area”, una misura governativa volta a esonerare dalle tasse chi rientra in determinate fasce di reddito. Secondo i dati dell’Unione degli Universitari (UdU), nell’anno accademico 2022/2023, oltre 600.000 studenti hanno beneficiato di questa agevolazione e quasi il 40% degli studenti iscritti alle università statali non paga alcun contributo per l’iscrizione. In particolare, circa il 31% degli studenti è completamente esonerato dal pagamento delle tasse, mentre un ulteriore 12% riceve esenzioni parziali.

Questo apparente sollievo per una parte consistente degli studenti cela però una situazione complessa per coloro che non rientrano nei requisiti della “no tax area”, quindi il 56% degli iscritti che paga l’intero importo delle tasse universitarie. Per loro, il costo medio è particolarmente elevato: si parla di fino a 1.500 euro l’anno, con picchi in alcune aree del Paese, mentre la media delle tasse universitarie, secondo le stime dell’UdU, dovrebbe oscillare tra i 900 e i 1.000 euro.

Differenze tra nord e sud: un sistema disomogeneo

La distribuzione degli esoneri non è omogenea sul territorio nazionale. Nelle università del Sud Italia, la percentuale di studenti che beneficia di esenzioni è molto più alta rispetto a quelle del Nord: in alcune regioni meridionali più della metà degli iscritti non paga nulla; mentre negli atenei settentrionali, la percentuale di chi gode di agevolazioni è circa di uno studente su cinque. Questo divario si riflette anche nell’importo medio delle tasse universitarie, con atenei come Sassari, Foggia e l’Orientale di Napoli che prevedono tasse che si aggirano intorno ai 400-500 euro e altri più gettonati come il Politecnico di Milano e l’Università di Venezia dove gli studenti si trovano a pagare cifre che possono superare i 1.400 euro.

La risposta dello Stato e le prospettive future

La copertura degli esoneri dalle tasse è un punto critico. In teoria, lo Stato dovrebbe garantire il finanziamento delle università pubbliche per coprire i mancati introiti dovuti agli esoneri; in pratica il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) non è sufficiente. Per l’anno accademico 2022/2023, a fronte di 780.000 studenti esonerati, il governo ha stanziato 235 milioni di euro: 175 milioni per gli esoneri totali e 60 milioni per quelli parziali. In pratica, questo si traduce in un contributo di appena 305 euro per studente completamente esonerato e 290 euro per quelli con esoneri parziali, somme ben lontane dalla copertura del costo medio delle tasse universitarie.

In risposta a queste difficoltà, il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) ha recentemente annunciato l’aumento dei fondi destinati alle borse di studio. A partire dall’anno accademico 2024/2025, il limite ISEE per accedere alle borse sarà innalzato a 27.726,79 euro e il tetto dell’Indicatore della Situazione Patrimoniale Equivalente (ISPE) a 60.275,66 euro. Inoltre, gli importi delle borse di studio saranno aumentati: gli studenti fuori sede riceveranno almeno 7.015,97 euro, i pendolari 4.100,50 euro e gli studenti in sede potranno contare su 2.827,64 euro.

Nonostante questi nuovi fondi, però, la situazione potrebbe continuare a presentare le stesse differenze tra nord e sud anche nei prossimi anni.

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