TEMA DI ATTUALITÀ SVOLTO SU JOHN FITZGERALD KENNEDY. Quest’anno cade l’anniversario della nascita di John Fitzgerald Kennedy, uno dei personaggi chiave per comprendere a pieno alcuni eventi storici del Novecento, dalla Guerra Fredda alla crisi cubana. La sua morte è stata un episodio drammatico che ha aperto uno scenario pieno di problematiche e non solo, ancora oggi è avvolta nel mistero. Insomma è una personaggio su cui poter fare un bel tema, e proprio perché cade l’anniversario della nascita, i vostri prof. potrebbero farci un pensierino. Di fronte a questa traccia, sapreste cosa scrivere? Conoscete la sua biografia, chi era e cosa ha fatto? Non vi preoccupate per questo, ci pensiamo noi. Oggi vi proponiamo un tema svolto su John Fitzgerald Kennedy in modo che, se dovesse presentarsi l’occasione, avreste un tema svolto da cui prende spunto per scrivere il vostro personalissimo elaborato.
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TEMA SVOLTO SU JOHN FITZGERALD KENNEDY: INTRODUZIONE. Iniziamo dall’Introduzione, ecco come iniziare il tema: John Fitzgerald Kennedy è stato il 35° Presidente degli Stati Uniti, il primo di religione cattolica e il più giovane a morire mentre era in carica. Nessun presidente americano del XX secolo ha eguagliato il fascino esercitato da John F. Kennedy negli Stati Uniti e nel mondo con la sua prospettiva di una “nuova frontiera” da raggiungere.
TEMA SVOLTO SU JOHN FITZGERALD KENNEDY: SVOLGIMENTO. Dopo una breve introduzione per inquadrare il contesto, passiamo allo svolgimento vero e proprio del tema: La sfortunata storia dell’ex presidente americano fa da sfondo ai principali avvenimenti politici di un periodo molto turbolento, su più fronti, a partire dal 1960. La sua storia inizia a Brookline (Boston) il 29 maggio 1917. Appartenente a una famiglia eminente, compì gli studi superiori all’università Harvard (1940). Prese parte alla seconda guerra mondiale come ufficiale di marina, distinguendosi nel Pacifico al comando di una motosilurante, nel cui affondamento venne ferito nell’arcipelago delle Salomone. Al termine del conflitto, entrò nella vita politica prima come deputato democratico del Massachusetts (1946), poi come senatore (1952), sconfiggendo il candidato repubblicano Henry Cabot Lodge. Nel 1953 sposò Jacqueline Bouvier, creando quella coppia tanto amata dal popolo americano, e non solo. Alla convenzione democratica di Los Angeles (luglio 1960) fu designato candidato alla presidenza degli Stati Uniti e nel novembre successivo venne eletto battendo il repubblicano R. Nixon forte del suo programma politico che prevedeva la dottrina della “Nuova Frontiera” che includeva spinosi problemi interni come la disoccupazione, e la possibilità di migliorare il sistema educativo e quello sanitario, tutelare gli anziani e i più deboli. In uno dei discorsi più celebri ricordava agli americani: ‘non chiedetevi cosa il vostro paese può fare per voi, chiedetevi cosa voi potete fare per il vostro paese’. Si riallacciava alla tradizione progressista di Wilson e di Roosevelt per rilanciare il mito della ‘nuova frontiera’: non più materiale, come quella dei pionieri dell’Ottocento, ma spirituale, culturale e scientifica. Infine, in politica estera, intervenire economicamente in favore dei Paesi sottosviluppati. Inoltre, al centro della sua idea di politica estera ci sono temi come la coesistenza tra USA e URSS, il disarmo, la questione di Berlino, la crisi del Laos, le relazioni politiche, economiche e militari tra gli Stati Uniti e gli alleati europei. Sul piano della politica internazionale, l’obiettivo strategico di Kennedy nei confronti dell’Unione Sovietica è quello di un’intesa mondiale basata sulla supremazia delle due massime potenze, garanti della pace e della guerra. Per quanto riguarda l’America Latina, invece, il suo progetto consiste nell’emarginazione e nella liquidazione del Castrismo Cubano. Viene stipulata la “Alleanza per il progresso”, cioè un grande programma finanziario offerto all’organizzazione collettiva degli Stati Sudamericani. La sua azione politica gli procurò impopolarità nell’area conservatrice. In seguito all’insuccesso del tentato sbarco nella Baia dei Porci, supervisionato dalla Cia, emerse la crisi dei missili di Cuba. Il 14 ottobre del 1962 degli aerei americano fotografarono una base missilistica sovietica in costruzione su di un sito cubano. Se gli Stati Uniti avessero attaccato la base sovietica, avrebbero dato inizio alla temuta guerra nucleare, evitando ogni azione, invece, avrebbero tollerato una permanente minaccia missilistica nella propria regione; inoltre avrebbero mostrato debolezza a livello mondiale. JFK evitò un attacco aereo, ordinò invece un blocco navale ed iniziò a trattare con lo storico nemico. Le negoziazioni portarono al ritiro dei missili da parte dell’Unione Sovietica in cambio dell’impegno americano a non invadere Cuba. Le due nazioni, consce di essere state sull’orlo di una guerra atomica, avviarono delle trattative sulla limitazione dell’uso del nucleare. Il 5 agosto del 1963 fu firmato il “Partial Test Ban Treaty”, trattato internazionale che proibiva agli stati aderenti qualsiasi esperimento nucleare, esclusi i test sotterranei. Se questo fu un momento di gloria nella vita politica di JFK, non è da ritenersi tale invece il suo operato riguardo alla guerra del Vietnam. La responsabilità del presidente al riguardo è ancora oggi oggetto di discussione. Durante la campagna elettorale per la presidenza poi aveva assunto posizioni riformiste assicurandosi i voti dei cittadini di colore. La questione dei neri aveva rivestito una grande importanza e il loro voto era stato decisivo per aprire al candidato della “Nuova Frontiera” le porte della Casa Bianca. Con l’andare del tempo, Kennedy non riuscì a mantenere le sue promesse e in alcune zone del Paese si verificarono delle vere e proprie discriminazioni razziali e gravi episodi di razzismo. I neri diedero vita a grandi rivolte guidati da Martin Luther King. La situazione sembrò risolversi quando Kennedy decise di intraprendere il viaggio a Dallas, dove venne accolto con applausi. L’immagine dell’auto scoperta, di Kennedy e Jeckye che salutano la folla festante è diventata un documento storico che tutti ricordiamo: è l’immagine eloquente del suo assassinio, ancora dopo molti anni avvolto nel mistero! Infatti, a tutt’oggi, nonostante sia stato arrestato l’esecutore materiale dell’assassinio, Lee Oswald, nessuno sa ancora con precisione chi siano stati i suoi probabili mandanti occulti.
TEMA SVOLTO SU JOHN FITZGERALD KENNEDY: CONCLUSIONE. Infine, procediamo con la conclusione del nostro tema: La sua tragica e immatura scomparsa, per le grandi speranze di rinnovamento che egli aveva suscitato, ha lasciato un largo rimpianto in tutto il mondo. La figura di Kennedy proietta comunque luci ed ombre in un perido storico al fulmicotone, che fece trattenere il fiato all’intera popolazione globale in più di una occasione. Certamente, se pur per un periodo brevissimo, fu protagonista della sua e della storia comune. Gli eventi che condussero alla sua morte, per mano di Lee Harvey Oswald, non sono mai stati del tutto chiariti e probabilmente non lo saranno mai.
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