Test Medicina 2023, domande vendute in anticipo: rischio annullamento?

Test Medicina 2023, domande vendute in anticipo: rischio annullamento?

Scandalo nelle graduatorie di accesso a Medicina per via di domande conosciute in anticipo: ci sono diversi sospetti di irregolarità che minacciano il processo di selezione degli studenti.
Test Medicina 2023, domande vendute in anticipo: rischio annullamento?

Chi ha svolto negli scorsi mesi di aprile e luglio il test per l’ammissione alla facoltà di Medicina, test le cui graduatorie sono state pubblicate il 5 settembre scorso, potrebbe avere un’amara sorpresa, ovvero quella di doverlo ripetere. In questi giorni, infatti, l’accesso alla facoltà di Medicina è al centro di un possibile scandalo: secondo quanto riportato da La Repubblica vi sarebbero gravi sospetti di irregolarità che potrebbero mettere a repentaglio l’intero processo di selezione. Ma di cosa si tratta? E cosa succederà adesso?

Test Medicina 2023, potrebbe essere annullato

Secondo quanto rivelato dallo studio legale Leone-Fell & C., studio che vanta due sedi, una nella città di Palermo ed una a Roma, alcuni aspiranti studenti di Medicina avrebbero sborsato cifre cospicue, nell’ordine dei migliaia di euro, per iscriversi a corsi di preparazione che promettevano l’accesso anticipato alle domande del test. Altri, invece, avrebbero trovato un canale più economico: semplicemente pagando 20 euro per unirsi a gruppi su Telegram, avrebbero ottenuto accesso alle informazioni in via esclusiva.

Il nuovo test di accesso, che si differenzia da quello degli scorsi anni, è stato introdotto con la riforma Messa. Si tratta di un Tolc (Test Online Cisia), ed è caratterizzato da domande selezionate casualmente dal database Cisia. Il formato prevede 50 domande, anziché 60, suddivise in 4 sezioni: comprensione del testo e conoscenze acquisite negli studi, biologia, chimica e fisica, matematica e ragionamento. Quest’anno, gli studenti potevano ripetere il test più volte, per poter usufruire del migliore punteggio raggiunto.

Le sessioni si sono svolte nel mese di aprile, dal 13 al 22, e in quello di luglio, dal 15 al 25. Secondo quanto affermano gli avvocati, sembrerebbe esserci stata una ripetizione delle domande di aprile durante la sessione di luglio. Aspetto, questo, che va a minare l’equità del processo di selezione e che mette l’università nella posizione di dover rispondere a queste gravi accuse e a indagare sulle presunte irregolarità.

Domande in anticipo ai corsi di preparazione e su Telegram

È proprio il fatto che il test si sia svolto in due sessioni, secondo l’avvocato Leone, ad aver permesso a chat, gruppi Telegram e comunità di preparazione ai test di invitare gli studenti a condividere le domande subito dopo l’esame di aprile. Queste domande sono finite in una banca dati accessibile a tutti e sono state condivise, vendute e pronte per essere usate durante la sessione di luglio.

Ad approfittare di questa circostanza sono state, in particolar modo, le scuole di preparazione ai test di ammissione, che grazie agli studenti iscritti hanno potuto creare un ampio database interno di quesiti organizzando, così, delle lezioni mirate a trattare i temi già conosciuti. Questa situazione ha favorito gli studenti iscritti a tali corsi che, quindi, si sono trovati in una posizione privilegiata rispetto agli altri aspiranti studenti che non erano a conoscenza delle domande o che non potevano permettersi di frequentare i corsi di preparazione. Quando l’ente responsabile del test si è reso conto di quanto stesse accadendo era già troppo tardi: non è riuscito ad impedire la condivisione tramite i social.

Il test Medicina 2023 sarà annullato?

Secondo l’avvocato, sì: “Questo test è irregolare. Verrà annullato dal Tar sconvolgendo l’inizio dell’anno accademico”. Nel frattempo, la senatrice M5S Dolores Bevilacqua ha depositato un’interrogazione alla ministra dell’Università, chiedendo misure concrete per garantire l’integrità delle future prove.

“Gli avvocati parlano di ‘inadeguatezza dei controlli da parte del Cisia’. È urgente una risposta celere e approfondita da parte del ministero dell’università. Per questo motivo oggi ho depositato una interrogazione rivolta alla ministra Bernini, mi aspetto una risposta approfondita per comprendere quali misure abbia intrapreso al fine di garantire la correttezza delle prove, sia per quanto concerne quelle già sostenute, sia per quelle da sostenersi in futuro”

, ha dichiarato.

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