Abolizione del test d’ingresso, ma conferma del numero chiuso. Ecco cosa sappiamo finora sull’ammissione a medicina nel 2025.
Negli ultimi anni l’ammissione ai corsi di laurea in Medicina è diventata quasi una notizia di attualità. Dopo i cambiamenti delle ultime prove, sembra che anche il 2025 possa riservare nuove sorprese per i candidati. Durante un recente Question Time alla Camera, la Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha espresso soddisfazione per il sistema di selezione adottato nel 2024 e ha anticipato alcune novità per il prossimo anno. Tra le proposte più rilevanti c’è l’abolizione del tradizionale test d’ingresso, ma non del numero chiuso. Questo cambiamento potrebbe portare a una trasformazione radicale del processo di selezione per l’accesso ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Medicina Veterinaria.
Possibili novità in arrivo per il test di ammissione 2025
Le novità più attese riguardano la possibilità di introdurre un sistema di selezione ispirato al modello francese, che prevede una fase iniziale di accesso aperto a tutti gli studenti interessati, seguita da una selezione basata sui risultati ottenuti durante un semestre comune propedeutico. Questo cambiamento mirerebbe a garantire una valutazione più equa e basata su conoscenze concrete, anziché sul classico test d’ingresso, spesso criticato per la sua natura aleatoria.
Tra le modifiche principali discusse finora, si delineano le seguenti proposte:
– Accesso aperto iniziale: tutti gli studenti interessati ai corsi di Medicina potrebbero iscriversi liberamente a un semestre propedeutico comune con corsi in discipline scientifiche fondamentali come Biologia, Chimica e Fisica.
– Prova di selezione al termine del semestre: alla fine di questo semestre, gli studenti affronteranno un test di ammissione che potrebbe includere circa 100 domande da completare in 120-150 minuti. Solo i candidati che supereranno questa prova avranno accesso ai corsi di laurea in Medicina.
– Riconoscimento dei crediti formativi: gli studenti che non dovessero superare la prova di ammissione potranno comunque utilizzare i crediti acquisiti durante il semestre comune per accedere a corsi affini, come Biotecnologie o Scienze farmaceutiche, evitando così di perdere il lavoro svolto fino a quel momento.
Questa rivoluzione nel sistema di accesso potrebbe rappresentare un cambiamento importante per migliaia di aspiranti medici, offrendo loro la possibilità di dimostrare le proprie competenze in un contesto più formativo e meno basato su un singolo esame.
Le tempistiche del nuovo sistema
Le novità previste per il test medicina 2025 dovrebbero essere rese ufficiali entro la primavera del 2025, con la pubblicazione delle modalità di iscrizione e l’annuncio del nuovo formato. Secondo una timeline ipotetica, le iscrizioni al semestre comune potrebbero aprirsi già nell’estate 2025, con l’inizio dei corsi a settembre dello stesso anno; il test di selezione, invece, si svolgerebbe a gennaio 2026, subito dopo la conclusione del semestre.
Le dichiarazioni della Ministra Bernini
Durante il Question Time alla Camera, la Ministra Bernini ha chiarito gli obiettivi del nuovo sistema, affermando che “il traguardo è di assicurare che gli studenti siano valorizzati non sulla base di test da lancio della monetina, ma sulla base di materie caratterizzanti. Ci sarà un periodo di studi comune ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia, in Odontoiatria e in Medicina veterinaria, nonché agli altri corsi di studio di area biomedica, in cui gli studenti frequenteranno una serie di discipline qualificanti. Ciò consentirà loro di poter comunque reinvestire le conoscenze e le competenze acquisite in un altro percorso formativo contiguo, senza sprecare tempo e risorse”.
Bernini ha inoltre sottolineato l’importanza di una selezione basata sulle abilità che saranno fondamentali per il futuro professionale degli studenti. “Una selezione predittiva in grado di verificare oggi il possesso delle abilità che serviranno domani. Viene in gioco il diritto allo studio di quanti intendano investire le proprie energie, anche grazie al sostegno delle famiglie, in un progetto di vita così formativo e prospettico. Non è possibile garantire a tutti un posto di lavoro, ma è nostro dovere assicurare a tutti coloro che ne siano capaci la possibilità di ottenerlo. E, nel caso dei futuri medici, abbiamo il dovere di formarli al massimo delle nostre possibilità”.