Pirateria digitale. Questa l’espressione usata per dipingere lo scenario che sta interessando il mondo editoriale, versante libri di testo. Il fenomeno si chiama TextBook Torrents. Si tratta di un portale che, attraverso dei software di condivisione file, permette il download dei libri di testo.
In America la battaglia tra gli oligopolisti del mercato editoriale e le impalpabili compagnie del peer-to-peer è già iniziata. Uno scontro che ricorda quello storico tra Napster, il primo software di file sharing, ed i Metallica.
Alcuni giorni fa, a sorpresa, dalle colonne del Boston Globe, l’editorialista Alex Beam si è detto rincuorato del fatto che gli studenti usino, per scaricare i libri di testo, gli stessi strumenti che hanno abbattuto il mercato discografico. Una presa di posizione controcorrente, un atto d’accusa contro una politica editoriale fatta di rialzi dei prezzi e di nuove edizioni inutili. Gli editori non rispettano i budgets delle famiglie e ne stanno pagando il prezzo.
La lotta non è tanto tra proprietà intellettuale e pirateria, quanto tra onestà e trasparenza. E’ lecito chiedersi se la salvaguardia del diritto d’autore debba pesare sulle tasche delle famiglie. La conoscenza è un bene di tutti, di cui in pochi se ne approfittano. Come si chiede Alex Beam:
Chi mi dice che gli editori di libri di testo non siano altro che pirati camuffati in completi gessati?
Fonte | TeleRead
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