Tito Maccio Plauto: biografia
Tito Maccio Plauto nacque a Sarsina verso il 251. Il suo cognomen, Plautus, dovrebbe riferirsi ai “piedi piatti”. Da giovane, Plauto avrebbe lavorato in una compagnia di comici, ma poi sarebbe stato costretto a girare la macina di un mulino per pagare i suoi debiti. Durante questo brutto periodo della sua vita avrebbe scritto tre commedie. Di queste, Gellio ci tramanda due titoli: Saturio e Addictus. Da qui in poi Plauto divenne famosissimo per le sue commedie e la fama durò fino alla sua morte, che avvenne intorno al 184 a.C.
Le commedie di Plauto: autenticità e titoli
La fortuna di Plauto fu talmente grande che circolavano diverse falsificazioni: alla sua morte giravano 130 commedie sotto il suo nome. Elio Stilone riconobbe 25 commedie autentiche, mentre Varrone Reatino, nel Comoediis Plautinis, divise le commedie in 3 gruppi: 21 certamente plautine (le cosiddette “varroniane”), 19 dubbie e 90 spurie. Per quanto riguarda la cronologia, abbiamo molte incertezze in quanto gli unici dati possiamo ricavarli dalle didascalie dello Stichus e dello Pseudolus: il primo venne rappresentato nel 200 per i ludi plebeii, il secondo nel 191 per i ludi Megalenses. Il Miles Gloriosus dovrebbe essere stato rappresentato nel 205 in quanto nelle battute si fa riferimento alla prigionia di Nevio. Ecco l’elenco delle commedie considerate autentiche:
- Amphitruo
- Asinaria
- Aulularia
- Bacchides
- Captivi
- Casina
- Cistellaria
- Curculio
- Epidicus
- Menaechmi
- Mercator
- Miles gloriosus
- Mostellaria
- Persa
- Poenulus
- Pseudolus
- Rudens
- Stichus
- Trinumnus
- Truculentus
- Vidularia
In generale, i prologhi delle commedie di Plauto sono importanti in quanto ci immergono nella vita e nella società dell’antica Roma. L’intreccio è essenzialmente quello della commedia nuova: la vicenda si snoda sul filo dell’astuzia e dell’intelligenza utilizzate ai danni di sprovveduti e maldestri. Gli intrighi vengono organizzati quasi sempre dal servus callidus e sono conditi da scambi di persona e beffe che culminano con il consueto riconoscimento e il matrimonio tanto sospirato. I personaggi non sono approfonditi psicologicamente, ma sono tipi essenzialmente fissi, creature elementari che rimangono sempre uguali a se stesse. La comicità delle commedie plautine deriva quindi dalle beffe, dal botta e risposta, dagli equivoci e dall’originalità della lingua, un sermo familiaris arricchito da neoformazioni e una grande espressività.
Tito Maccio Plauto, versioni
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