Sono più di 40.000 gli studenti fuori sede a Torino: il progetto “spazio di ascolto” offre sostegno psicologico gratuito per affrontare solitudine, pressioni accademiche e difficoltà emotive.
Essere studenti fuori sede significa lasciare la propria casa e affrontare una nuova vita da soli. A Torino, oltre 40.000 giovani si trovano in questa situazione e più della metà di loro vive in camere singole. Questa situazione non è semplice per tutti: l’ansia e la paura di non farcela sono problemi ricorrenti. “L’ansia, la paura di non laurearsi in tempo o di prendere voti bassi sono condizioni frequenti tra gli universitari, soprattutto tra quelli fuori sede” spiega al Corriere di Torino Daniela Converso, professoressa e direttrice del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino.
Per rispondere a questo silenzioso grido di aiuto, dal 2017 è attivo il progetto “spazio di ascolto” che offre supporto psicologico gratuito agli studenti e, in misura minore, al personale di Unito, Politecnico, Conservatorio e Accademia Albertina. Il servizio si rivolge a chiunque abbia bisogno di un aiuto per affrontare disagi emotivi, ansie legate allo studio o problemi personali, con la speranza di evitare che degenerino in situazioni più gravi.
Numeri e obiettivi dello “spazio di ascolto”
Nel 2023 sono stati circa 2.400 i beneficiari del servizio, una cifra che si conferma anche per il 2024. Delle 2.118 richieste totali, il 70% proveniva da donne e più della metà da studenti iscritti alle lauree triennali; in 146 casi è stata necessaria un’assistenza medica più approfondita.
Il processo per accedere al servizio è semplice: si compila un questionario online, indicando i motivi della richiesta, e dopo pochi giorni si accede al primo dei cinque colloqui gratuiti, svolti da remoto. La professoressa Converso sottolinea che “la lista d’attesa è breve, le persone che si prenotano oggi vengono viste in pochi giorni. Non si tratta di psicoterapia, ma di consultazione psicologica. Il nostro obiettivo è mettere a fuoco i problemi e, se necessario, indirizzare i casi più gravi verso servizi pubblici o centri a prezzi calmierati”; nei casi più complessi, come quelli segnalati con sintomi psichiatrici significativi, il supporto arriva anche dai reparti di psichiatria dell’ospedale San Luigi.
I dati di Unito e Politecnico evidenziano che il 50% dei colloqui richiesti riguarda difficoltà emotive, problemi legati allo studio e attacchi di panico, ma emergono anche tematiche personali più profonde, legate alla famiglia o all’identità individuale.
Adattarsi a una nuova realtÃ
La maggior parte degli studenti che accede al servizio sono fuorisede nei primi anni di università , spesso alle prese con difficoltà di adattamento. La professoressa Converso evidenzia come “la sintomatologia ansiosa sia molto comune. È una generazione che avverte pressioni familiari e sociali, con la costante esigenza di essere performante”.
Un dato significativo riguarda chi si iscrive al servizio ma poi non partecipa ai colloqui: circa 600 persone nel 2023. “Molti prenotano di notte, tra le 2 e le 3, ma poi non si presentano” racconta Converso, sottolineando che questa situazione riflette un bisogno latente di supporto che spesso non riesce a tradursi in un’azione concreta.
Un sostegno prezioso per il benessere degli studenti
Lo “spazio di ascolto” rappresenta un servizio fondamentale per gli studenti torinesi in un contesto in cui l’ansia e le difficoltà emotive sono in aumento. Grazie alla possibilità di accedere a un supporto rapido e gratuito, l’iniziativa non solo aiuta a prevenire situazioni di disagio più gravi, ma contribuisce a creare un ambiente universitario più inclusivo e attento alle esigenze dei giovani.