Prima Prova 2019: traccia su Dino Campana
La maturità 2019 è arrivata e tutti gli studenti che alla prima prova di domani aspirano a svolgere l’analisi del testo, sono in attesa di scoprire con quale autore dovranno confrontarsi. Chi saranno gli autori prescelti dal Miur per quest’anno? Le previsioni possono certamente aiutare ma in ogni caso una buona preparazione sui maggiori autori e le correnti letterarie italiane principali ci farà partire con una marcia in più il giorno dell’ esame. Il nostro interesse però oggi si concentrerà su un autore meno noto rispetto ai grandi classici e sicuramente meno studiato alle scuole superiori che rappresenta in realtà un simbolo fondamentale nel nostro panorama letterario. Stiamo parlando dello scrittore e poeta fiorentino Dino Campana, considerato da molti il “poeta visionario” italiano per eccellenza. Ripercorriamo insieme la sua vita e le opere che meglio rappresentano il suo percorso artistico.
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Dino Campana: la vita in breve
La vita e le opere di Dino Campana furono in gran parte influenzate da una malattia mentale che colpì lo scrittore sin da giovanissimo. Nacque a Marradi, un piccolo paese tosco-romagnolo della provincia di Firenze, il 20 agosto del 1885 dove trascorse la sua infanzia.
A ventuno anni, nel 1906, vene ricoverato per la prima volta nel manicomio di Imola ricevendo la diagnosi di demenza precoce. La nevrosi della madre, l’incomprensione da parte dei famigliari e dell’angusto ambiente di paese in cui vive , peggioreranno negli anni la situazione.
Viaggiò molto, in Europa e in Argentina, facendo i mestieri più diversi per mantenersi: pianista in locali e bordelli, arrotino, poliziotto, pompiere ecc. Verrà spesso coinvolto in risse e arrestato per vagabondaggio.
Nel 1917 fu arrestato a Novara per vagabondaggio, e il 28 gennaio fu internato all’Ospedale psichiatrico “Castel Pulci” dove rimase sino alla morte, nel 1932.
Alla fine del febbraio del 1932 si ferì, probabilmente tentando di scavalcare la recinzione dell’ospedale: pochi giorni dopo morì di setticemia.
L’opera maggiore di Dino Campana: i Canti Orfici
Dino Campana è stato definito dai critici letterari un poeta visionario. La sua poesia è moderna ma tuttavia piena di richiami a D’Annunzio, a Leopardi e ai classici. Il linguaggio che utilizza è ermetico come un flusso continuo di parole, del quale non si riesce a cogliere facilmente il senso.
Per Campana la poesia è un mezzo per riuscire ad affermare la propria libertà e ha come tema centrale il viaggio, onirico o reale che anche nella sua vita, rappresentava un punto fisso.
Nel 1913 affiderà il manoscritto dei Canti Orfici, la sua maggiore opera, a Soffici e Papini che con negligenza lo smarriranno. Campana lo riscriverà ricostruendolo a memoria e lo pubblicherà l’anno seguente.
I Canti Orfici sono un’ opera in cui si alternano prosa e versi. E’ un “racconto” di esperienze visionarie denso di immagini, “ “allucinazioni”, suoni e colori.