Truffa telematica: studenti universitari cadono nella falsa promessa di rimborso tasse - Studentville

Truffa telematica: studenti universitari cadono nella falsa promessa di rimborso tasse

Sono ancora in corso le indagini relative alla truffa che vede coinvolte come parti offese l'Università d'Annunzio di Chieti-Pescara e alcune banche locali.
Truffa telematica: studenti universitari cadono nella falsa promessa di rimborso tasse

L’ennesima truffa telematica sta mettendo a repentaglio la sicurezza finanziaria degli studenti universitari, in questo caso degli iscritti all’Università d’Annunzio di Chieti-Pescara. La storia inizia con un’ingannevole e-mail inviata dalla casella di posta elettronica “[email protected]”, una variante subdola, con solo un trattino in più, dell’indirizzo ufficiale dell’ateneo. Gli studenti che hanno ricevuto la mail sono stati allettati dalla prospettiva di ottenere un rimborso sulle tasse di iscrizione per l’anno accademico 2020/2021.

La richiesta di dati sensibili

Nella mail fraudolenta, agli studenti è stata richiesta una serie di dati personali sensibili, tra cui il numero di cellulare, le coordinate bancarie, il percorso di studio intrapreso e la copia fronte/retro di un documento di identità insieme alla tessera sanitaria. La richiesta di condividere dati così sensibili avrebbe dovuto sollevare un campanello d’allarme, ma, purtroppo, molti studenti hanno risposto inviando i dati richiesti in formato .jpeg nella speranza di ricevere il tanto desiderato rimborso.

Un altro dettaglio, che invece ha salvato diversi studenti destando i dovuti sospetti, è stato il trattino in più nell’indirizzo di posta elettronica[email protected]”, rispetto all’indirizzo ufficiale dell’Università d’Annunzio di Chieti.

Il rimborso mai arrivato e l’avvio delle indagini

Dopo aver inviato i propri dati personali, gli studenti hanno ricevuto un’altra e-mail dalla stessa casella di posta nella quale veniva loro garantito che il rimborso sarebbe stato effettuato a breve. Invece di ricevere il rimborso, però, sono state le banche a bussare alle porte delle famiglie degli studenti, chiedendo di risanare alcune situazioni debitorie.

La truffa, quindi, non ha colpito solo gli studenti, ma anche le stesse banche. L’indagine condotta dalla Polizia Postale di Chieti e di Pescara, sotto la supervisione della dirigente Elisabetta Narciso, ha svelato che le posizioni debitorie erano riferite a conti online aperti, a nome degli stessi studenti, utilizzando i documenti identificativi forniti da loro stessi in risposta alla mail fraudolenta.

Il sospetto su un giovane di Pescara

Al momento, l’indagine ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di un giovane residente a Pescara, identificato come M.D.A, denunciato con le accuse di truffa e sostituzione di persona. Le indagini sono ancora in corso per determinare se il giovane abbia agito da solo o se ci siano eventuali complici, magari parte di una vera e propria organizzazione criminale.

Una truffa che mette in luce la necessità di promuovere una corretta informazione

Questo raggiro ci ricorda quanto sia importante usare un’estrema cautela prima di condividere informazioni personali online. Gli studenti in cerca di un possibile rimborso hanno risposto all’invito senza sospettare nulla, finendo per cadere vittime di una frode ben orchestrata. La collaborazione tra le forze dell’ordine e le istituzioni coinvolte rimane cruciale per individuare i responsabili e prevenire futuri episodi simili anche diffondendo una maggiore consapevolezza sulla sicurezza online, in particolare sulla condivisione di dati sensibili.

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