L’opinione dell’intellettuale: “La scuola sembra un reparto di psichiatria”
Il celebre saggista e filosofo Umberto Galimberti ha espresso la sua visione in merito all’incremento delle diagnosi nelle scuole dei casi di DSA e BES tra gli studenti. Galimberti ha recentemente pubblicato un post su X esponendo un pensiero molto critico nei confronti dei genitori e degli specialisti che si occupano delle diagnosi di ogni singola condizione, poiché secondo lo stesso filosofo, la situazione è diventata troppo “esagerata”.
Le dichiarazioni di Galimberti
Ebbene, secondo il famoso saggista e psicoanalista la scuola, in particolare le elementari, sembra ormai diventata un “reparto di una clinica psichiatrica“, per la presenza di molteplici diagnosi di ragazzi e bambini affetti da DSA e non solo.
In merito a ciò, Galimberti ha dichiarato:
“Tutti discalculici, discrafici, dislessici, asperger, autistici…ma chi l’ha detto? Ai miei tempi non c’erano queste condizioni. C’era uno più bravo e uno meno bravo, che poi si esercitava e diventava bravo”.
A tal proposito, l’opinione del filosofo ha acceso un dibattito anche sui social, rivelando così le profonde fratture nel modo in cui la società percepisce le difficoltà di apprendimento. Inoltre, Galimberti ha aggiunto che la costante volontà di “rendere patologiche le insufficienze” dei ragazzi non stia aiutando gli stessi alunni, poiché le richieste delle diagnosi provengono maggiormente dalle famiglie. Secondo il saggista, infatti, questo atteggiamento di “patologizzare” gli insuccessi dei figli sia un comportamento nocivo e fonte di “ignoranza”, poiché tali richieste dei genitori non sono altro che una “pretesa” indiretta di avere percorsi più facili per gli studenti.
“È la strada dell’ignoranza, purché siano promossi, perché ai genitori interessa questo, non la formazione”.
Queste parole di Galimberti hanno decisamente esortato gli stessi genitori ed esperti a confrontarsi direttamente sui social.
Chi è d’accordo e chi no con l’opinione di Galimberti: il dibattito sui social
Non sono mancate le critiche a Galimberti, poiché molti genitori hanno ritenuto che le sue affermazioni siano state troppo semplicistiche e poco informate. Molti utenti hanno dichiarato che l‘aumento delle diagnosi sia il risultato di una maggiore consapevolezza e attenzione verso i Bisogni Educativi Speciali (BES).
Questa maggiore sensibilità, secondo chi ha “criticato” il celebre filosofo, ha reso possibile una diagnosi più accurata e tempestiva di molti disturbi e patologie, permettendo a molti bambini di ricevere il supporto necessario per affrontare le proprie difficoltà.
Inoltre, alcuni commentatori hanno sottolineato che le certificazioni sono fondamentali per garantire un percorso scolastico adeguato e personalizzato, in grado di rispondere alle esigenze di ciascun alunno.
Non sono mancati, però, i sostenitori della posizione di Galimberti, che hanno “denunciato” un presunto abuso delle diagnosi al fine di ottenere vantaggi scolastici. Queste opinioni mettono in evidenza come, in alcuni casi, i genitori possano cercare scorciatoie per garantire ai propri figli un percorso scolastico meno impegnativo, piuttosto che affrontare le difficoltà con serietà e impegno.
In conclusione, in vista di queste dichiarazioni, sembra che sia sempre la scuola il punto di incontro e di equilibrio. Infatti, occorre che le stesse istituzioni e la società si interroghino su come affrontare le difficoltà di apprendimento in modo costruttivo, riconoscendo l’importanza di un supporto adeguato, senza cadere nella semplificazione o nell’abuso di diagnosi inutili. Solo così si potrà garantire un futuro educativo equo e di qualità per tutti gli alunni.