Una ricerca dimostra che gli studenti che usano di più l'AI nello studio hanno esiti peggiori - Studentville

Una ricerca dimostra che gli studenti che usano di più l'AI nello studio hanno esiti peggiori

Uno studio americano per comprendere i "limiti" dell'Intelligenza Artificiale in ambito scolastico. Cosa ha dimostrato l'esperimento.
Una ricerca dimostra che gli studenti che usano di più l'AI nello studio hanno esiti peggiori

Un esperimento fondamentale per capire meglio il bisogno dell’IA a scuola

Oggi l’Intelligenza Artificiale è uno degli strumenti più utilizzati e sperimentati in diversi ambiti, tra cui quello scolastico. Diverse ricerche, però, continuano a comprovare che sicuramente l’IA è un mezzo importante con un ottimo potenziale, ma se non usato adeguatamente potrebbe creare delle ulteriori problematiche.

Alcuni ricercatori dell’Università della Pennsylvania hanno preso in considerazione tale aspetto. Gli stessi scienziati hanno analizzato un caso in una scuola, dove gli studenti di questo istituto scolastico, con l’obiettivo appunto di sperimentare l’AI nello studio, hanno utilizzato ChatGPT per esercitarsi in diversi argomenti in matematica. Dopo aver studiato la materia e completato gli esercizi con ChatGPT, gli stessi alunni hanno conseguito esiti negativi nelle corrispettive verifiche, rispetto agli studenti che invece non hanno fatto uso di AI.

Come è avvenuto l’esperimento

Durante i mesi autunnali del 2023, gli scienziati della Pennsylvania hanno studiato un gruppo di 1.000 alunni tra i 9 e 10 anni durante una lezione di matematica. Ebbene lo studio, intitolato “Generative AI Can Harm Learning“, ha portato a dei dati che dovrebbero far riflettere attentamente sull’uso dell’IA. La ricerca è stata condotta in questo modo: dopo una lezione conoscitiva e introduttiva sull’argomento, gli studenti sono stati divisi in tre sezioni. Il primo gruppo era supportato da un Tutor IA, il secondo aveva come strumento principale ChatGPT  e il terzo, invece, non aveva alcun mezzo di supporto tecnologico.

Dopo una fase di preparazione e svolgimento di esercizi, i ragazzi hanno sostenuto dei test specifici di matematica su quattro argomenti diversi.

I risultati ottenuti sono stati sorprendenti: gli alunni che hanno usato ChatGPT hanno conseguito punteggi peggiori e inferiori del 17% rispetto al gruppo studenti che non hanno utilizzato l’AI. Il gruppo, invece, che è stato supportato da un Tutor IA ha avuto solo dei suggerimenti per lo svolgimento degli esercizi. In questo caso, i ragazzi hanno migliorato i risultati durante le esercitazioni in classe, ma nelle verifiche hanno ottenuto ugualmente risultato inferiori.

Gli aspetti positivi e negativi dell’IA in ambito scolastico

Ebbene si, questo esperimento americano ha comunque esortato a far riflettere i ricercatori, con l’obiettivo di definire l’Intelligenza Artificiale un utile strumento da un lato, ma dall’altro ci sono ancora degli elementi “ostacolanti” che occorre analizzare.

In realtà, l’IA sino ad ora, è stata utilizzata dagli studenti come unica “scorciatoia”, non per migliorare l’apprendimento, ma per arrivare prima alle soluzioni. Tale uso, certamente, non fa altro che peggiorare il percorso formativo, poiché i ragazzi non sono stimolati nel modo adeguato. Di conseguenza, avendo subito la risoluzione, gli alunni non riescono a comprendere e memorizzare al meglio i concetti.

Inoltre, ChatGPT rimane ancora un mezzo non così impeccabile, poiché l’AI commette ancora degli errori grossolani. Infatti, durante l’esperimento, le risposte corrette erano solamente il 50%, con un 42% di risposte inesatte e un 8% di calcoli totalmente sbagliati.

Questo caso dovrebbe far riflettere ulteriormente sia gli studenti, sia gli scienziati e gli insegnanti sul potenziale dell’AI in ambito formativo. Probabilmente, gli alunni con il tempo hanno confidato in modo eccessivo e non consono nell’Intelligenza Artificiale, facendola diventare un vero e proprio sostituto degli insegnanti. Ciò dovrebbe sicuramente essere preso in considerazione e valutato correttamente, capendo se ne vale la pena utilizzare strumenti come ChatGPT in tutti i contesti. Come ogni cosa, occorre trovare il giusto equilibrio e utilizzare tali mezzi con la logica. Si riuscirà con il tempo a trovare un “sano compromesso” anche con l’Intelligenza Artificiale?

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