"Si è sempre meridionali di qualcuno", ricordava Luciano De Crescenzo, il professor Bellavista in un film della metà degli anni '80, "Il Mistero di Bellavista". E' bene ricordarcelo perché questa storia arriva dalla vicina del piano superiore, la Svizzera.
In una scuola media di Gossau, la Patrick Perenzin, dieci studenti si sono presentati con la tradizionale camicia contadina, di colore azzurro e con i disegni delle stelle alpine. Un indumento normale, certo non il massimo in fatto di stile, ma che è anche un simbolo caro ai nazionalisti elvetici. Gli insegnanti hanno invitato i ragazzi a cambiarsi, perché quella camicia "è xenofoba e razzista".
"Siamo cittadini svizzeri fieri e patriottici", hanno risposto i ragazzi, in polemica con la scuola ed in particolare con alcuni compagni di origine balcanica, con cui si sono registrate tensioni.
Uno degli episodi che hanno segnato il conflitto fra i due gruppi risale a qualche settimana fa, quando gli svizzeri sono stati presi in giro perché "cantavano canti tradizionali elvetici".
"Le camicie Edelweiss non sono vietate, ma è anche vero che quando a indossarle sono dieci perone, vuol dire che si vuol lanciare un messaggio preciso", ha dichiarato il preside.
Una storia inquietante, che mostra come la strada verso l'integrazione ed il rispetto reciproco sia a volte piena di difficoltà, quando basterebbe ricordarsi di una semplice frase "si è sempre meridionali di qualcuno".