Le iscrizioni crescono complessivamente del 4% con differenze significative tra i vari percorsi accademici.
L’università italiana sta vivendo un periodo molto positivo per le immatricolazioni, anche se ci sono scenari molto diversi da facoltà a facoltà. Secondo il recente report del Ministero dell’Università e della Ricerca, per l’anno accademico 2024/25 si registra un aumento dell’1% rispetto al 2023/24, con 307.924 nuovi iscritti contro i 304.920 dell’anno precedente, e di ben il 4% rispetto al 2022/23. Purtroppo, però, non tutte le aree accademiche condividono lo stesso trend positivo.
L’area relativa all’Economia si conferma la più gettonata: 44.251 immatricolati nel 2024/25, un numero in linea con quelli registrati negli ultimi anni (43.600 nel 2023/24 e 45.064 nel 2022/23); l’area medico-sanitaria, che include Medicina, le Professioni Sanitarie e Farmacia, si piazza al secondo posto e vanta una crescita significativa, con 40.309 iscritti che si traducono in un aumento del 7% rispetto al 2023/24 e del 28% rispetto al 2022/23.
STEM in ascesa, Psicologia e Scienze Motorie in ripresa
Le facoltà STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) continuano a guadagnare terreno, arrivando tra le prime scelte degli studenti. Ingegneria Industriale e dell’Informazione si attesta al terzo posto generale, con 38.934 matricole nel 2024/25, in crescita rispetto ai 38.660 dell’anno precedente, ma anche Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali mantengono la loro attrattiva, con 33.155 nuovi iscritti. Nel complesso, i percorsi tecnico-scientifici, che includono anche Architettura, Ingegneria Civile e Informatica, attirano oltre 90.000 studenti, consolidandosi come una delle scelte ritenute più strategiche per il futuro.
Scienze Psicologiche e Scienze Motorie mostrano segnali di grande vitalità: la prima registra 11.000 matricole nel 2024/25, con un incremento del 10% rispetto al 2023/24; la seconda, dopo un periodo di flessione, torna sopra i 9.000 iscritti (sebbene sia ancora lontana dal picco di 11.500 del 2023/24). Positivo anche il trend di Educazione e Formazione, che vede una crescita del 18%, passando da 13.925 iscritti nel 2022/23 a 16.429 nel 2024/25.
Le difficoltà delle Lingue e la tenuta delle facoltà tradizionali
Non tutte le aree accademiche, però, godono di buona salute. Le Lingue soffrono un calo di appeal: nel 2024/25 si contano circa 14.000 immatricolati, contro i 15.000 di due anni fa, segnando un decremento dell’8%. Gli altri percorsi tradizionali mostrano segni di stasi, ma mantengono una certa solidità: il settore Politico-Sociale e Comunicazione oscilla stabilmente tra 25.000 e 26.000 matricole, mentre Giurisprudenza si mantiene sopra le 22.000 iscrizioni; l’ambito Letterario-Umanistico, pur lontano dai numeri di un tempo, raccoglie ancora 15.000 iscritti, dimostrando una resilienza apprezzabile.
Un sistema accademico in evoluzione
I dati del Ministero riflettono un’università che si adatta alle esigenze di una società in cambiamento. Discipline come Economia e Medicina rispondono alla richiesta di professionalità tradizionalmente solide, mentre le STEM si affermano come la nuova frontiera per l’occupazione e l’innovazione. Allo stesso tempo, settori storici come Lingue e Letteratura devono affrontare la sfida di rinnovare la propria offerta per attrarre nuove generazioni di studenti, una sfida che sarà cruciale per mantenere un equilibrio tra tradizione e modernità nell’ambito universitario italiano.