Chat GPT nel piano di studi della Cattolica di Milano
Mentre in molti continuano ad interrogarsi sulla possibilità di sfruttare l’intelligenza artificiale a sostegno della formazione didattica, l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha introdotto ChatGPT nel piano di studi della facoltà di Economia. Non si tratta di una novità assoluta in quanto, durante lo scorso anno accademico era già stato oggetto di sperimentazione ma, a partire da questo, entreranno a far parte dell’offerta didattica del campus di Milano due nuovi corsi: “ChatGPT per l’Analisi dei Dati in Ambito Aziendale” e “Mastering ChatGPT for Business Applications”. L’obiettivo? Quello di preparare gli studenti a interagire e sfruttare l’IA per migliorare la loro produttività e capacità di analisi. Entriamo nel dettaglio di questa novità.
La sperimentazione è iniziata lo scorso anno accademico
I due corsi pilota hanno attratto l’interesse di oltre 600 studenti, una ulteriore conferma dell’importanza dell’intelligenza artificiale nel contesto accademico. Secondo quanto dichiarato dalla Preside della Facoltà di Economia, Antonella Occhino, questa proposta concede agli studenti l’opportunità di approfondire uno strumento tecnologico che si è rapidamente inserito nelle pratiche economiche e aziendali. E, considerato questo, alla Cattolica si sente la responsabilità di insegnare alle studentesse e agli studenti come padroneggiarlo, pensando al loro futuro professionale.
Bisogna “imparare a farne buon uso a servizio della efficienza economica”
L’obiettivo è, in sostanza, quello di formare laureati che sappiano prendere decisioni fondate su evidenze e analisi ragionate. Ma, oltre che dal punto di vista del suo utilizzo quale strumento lavorativo, la preside tiene a sottolineare l’importanza dell’aspetto etico legato all’uso di Chat GPT. Uno strumento dalle straordinarie potenzialità per la gestione delle informazioni che ci vengono messe a disposizione del quale è fondamentale imparare a fare buon uso a servizio del settore economico. Senza, tuttavia, dimenticare che chi deve guidarlo, e avere l’ultima parola, resta pur sempre l’intelligenza di chi lo usa, nel perseguimento di un unico grande obiettivo, ovvero il contributo di tutti al bene comune.
Interazione uomo-macchina e implicazioni etiche tra gli argomenti trattati
Il banco di prova sono stati i due corsi sperimentali tenuti nel semestre scorso, entrambi guidati dal docente di organizzazione dei sistemi informativi aziendali Simone Gabbriellini. Nell’ambito di questi, gli studenti hanno avuto l’opportunità di approfondire diverse tematiche legate all’uso dell’intelligenza artificiale. Tra i principali argomenti trattati dai rispettivi programmi, l’elaborazione del linguaggio naturale, l’interazione uomo-macchina e le implicazioni etiche. I corsi hanno previsto sia lezioni teoriche che pratiche, grazie alle quali gli studenti hanno sviluppato le competenze di base necessarie per comprendere e affrontare alcune delle prove più rilevanti che l’IA presenterà nel prossimo futuro.
L’impegno dell’Università Cattolica in fatto di innovazione didattica
Soddisfatto per l’entusiasmo mostrato dagli studenti è il professore ordinario di organizzazione aziendale Federico Rajola, che conferma l’intenzione di proseguire nell’innovazione dell’offerta formativa per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro. Per l’anno accademico 2024/2025, seguirà personalmente l’iniziativa. Secondo il docente, si tratta di un progetto che mette in luce “il ruolo di primo piano dell’Ateneo nell’educazione superiore, soprattutto per la capacità di anticipare e soddisfare le esigenze formative delle nuove generazioni”. I due nuovi corsi non sono che una delle tante innovazioni in ambito didattico a riguardare l’inclusione di strumenti tecnologici avanzati nei programmi di studio e nelle attività di ricerca.
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