La recente elezione di Marina Brambilla come rettrice dell’Università degli Studi di Milano ha riaperto il dibattito sul numero, ancora troppo basso, di rettrici nelle università italiane.
Lo scorso 18 aprile Marina Brambilla è stata eletta rettrice dell’Università degli Studi di Milano. Un passo significativo verso una maggiore rappresentanza femminile nella leadership accademica? Purtroppo no perché, come evidenziato da un recente rapporto dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur), il percorso verso l’equilibrio di genere nelle istituzioni accademiche italiane è ancora lungo.
I motivi del gender gap alla guida degli atenei
Sebbene il numero di donne che si immatricolano, si laureano e intraprendono dottorati stia aumentando, esiste ancora un “collo di bottiglia” che ostacola la carriera delle donne; questo “ostacolo” diventa evidente soprattutto nel passaggio tra la conclusione del dottorato e l’accesso a posizioni di leadership, come quella di professore ordinario o rettore.
Il divario di genere infatti persiste in modo più marcato nelle posizioni di vertice, dove la stragrande maggioranza dei posti è occupata da uomini e la presenza femminile risulta ancora limitata nonostante i recenti progressi.
Le tempistiche della carriera accademica femminile, spesso influenzate dalla concomitanza tra i periodi di maternità e le fasi cruciali della carriera, rappresentano un altro problema nell’avanzamento delle donne verso ruoli di maggior prestigio e responsabilità all’interno delle università italiane.
Marina Brambilla: la prima donna alla guida dell’Università Statale di Milano
Marina Marzia Brambilla è stata eletta come nuova rettrice dell’Università degli Studi di Milano, diventando così la prima donna a ricoprire questa carica nell’ateneo che quest’anno festeggia il suo centenario. Con 1.652 preferenze contro le 645 del suo sfidante Luca Solari, Brambilla ha ottenuto una vittoria significativa, celebrata con emozione al termine dello spoglio delle schede nell’aula magna dell’università. Sarà rettrice dal 1° ottobre 2024 e fino al 30 settembre 2030, succedendo a Elio Franzini.
Con la nomina di Brambilla, tutti e tre gli atenei pubblici milanesi risultano attualmente guidati da donne, traguardo importantissimo per la rappresentazione femminile nella leadership accademica. «Ci sono voluti cento anni ma ce l’abbiamo fatta», ha commentato Brambilla, riconoscendo il lungo cammino compiuto e dedicando il risultato alle donne che hanno aperto la strada nella comunità accademica.
La neo-rettrice è consapevole delle sfide che l’attendono nei prossimi sei anni, soprattutto in un contesto di transizione ambientale e digitale e ha sottolineato l’importanza del dialogo e della riflessione come strumenti fondamentali assicurando che lavorerà per mantenere gli atenei come luoghi di confronto e libertà.
Il profilo di Marina Brambilla
Professoressa di Linguistica tedesca, Brambilla ha ricoperto diversi ruoli all’interno dell’Università Statale di Milano, incluso quello di prorettrice delegata ai Servizi per la Didattica e agli studenti che ricopre dal 2018. 50 anni, alla Statale presiede anche il centro linguistico di ateneo – Slam e l’Osservatorio per il diritto allo studio; inoltre è referente della rete Pnrr Orientamento e delegata del Comitato dei Rettori delle Università Lombarde (Crul) per l’orientamento e rappresenta l’Ateneo presso i consorzi Cisia e Almalaurea.
Con una vasta esperienza nel campo accademico, Brambilla ha delineato una serie di obiettivi per il suo mandato, tra cui rendere i campus Mind e Città Studi centri di riferimento per le scienze sociali, umane e scientifiche sia a livello nazionale che internazionale, potenziare la ricerca scientifica, rafforzare i legami con il territorio consolidando i poli di medicina e i rapporti con il sistema sanitario nazionale, attenzione alla componente studentesca e sviluppare il welfare anche come opportunità di crescita formativa, valoriale ed economica.