In una recente intervista, la ministra dell’Università e della Ricerca ha parlato dei prossimi step in tema di fondi alle università, da dedicare alle borse di studio e allo sviluppo di nuovi alloggi.
La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha dichiarato che il 2024 vedrà fondi senza precedenti per gli atenei italiani, con un totale di 850 milioni di euro destinati a sostenere l’istruzione superiore. Questi fondi saranno utilizzati principalmente per fornire borse di studio agli oltre 250.000 studenti meritevoli ma incapienti.
Le parole della ministra
In un’intervista a QN, Bernini ha sottolineato l’importanza cruciale delle università in un momento storico come questo, caratterizzato da cambiamenti epocali a livello politico, sociale ed economico; ha poi ribadito che le università svolgono un ruolo fondamentale come centri di pensiero e di sviluppo futuro, non solo per l’acquisizione di conoscenze accademiche, ma anche per la formazione di cittadini consapevoli e impegnati.
Lo studio universitario deve essere un diritto fondamentale, accessibile a tutti e non solo un privilegio per pochi. Per questo oltre 250.000 studenti riceveranno borse di studio per sostenere i loro studi: gli importi saranno aggiornati al tasso di inflazione e saranno anche create altre opportunità attraverso l’apertura di bandi per l’housing universitario, con l’obiettivo di aggiungere 60.000 posti letto entro il 2026. Per quest’ultimo punto risulterà fondamentale la collaborazione con il Demanio, al fine di poter utilizzare edifici pubblici in disuso come residenze universitarie, un’iniziativa volta a rendere fruibili spazi adatti a ospitare gli studenti nelle vicinanze degli atenei.
“Abbiamo ereditato una situazione drammatica e voltato pagina, dando finalmente al Paese una seria politica sull’housing universitario. Grazie anche alla collaborazione con le amministrazioni locali, possiamo dire che gli immobili ci sono. Ora dobbiamo renderli disponibili, operazione già iniziata e che proseguirà con vigore: il bando Pnrr da 1,2 miliardi è stato aperto, abbiamo messo a punto un piano semplificazioni che ci consenta di accelerare la realizzazione di studentati. Rendere fruibili i posti letto significa dare concretezza al diritto allo studio”.
La necessità di rendere l’università più inclusiva sotto ogni aspetto
La ministra ha anche dedicato spazio al tema sempre più attuale dell’inclusività, evidenziando l’urgenza di preservare la natura aperta e inclusiva delle università italiane, nonostante le tensioni e gli episodi di intolleranza che si sono verificati in alcuni atenei. La libertà di espressione e il confronto dialettico devono essere sempre garantiti, ma la violenza e l’intolleranza non possono essere ammesse in nessuna circostanza.
“Voglio ribadire la centralità delle università, e, al tempo stesso, che sono e devono essere anche luoghi di confronto liberi e aperti. I nostri atenei stanno attraversando un momento delicato, segnato da un crescendo di episodi di intolleranza come riflesso anche delle tensioni internazionali. Episodi inaccettabili. Le università non sono solo spazi dove si acquisiscono saperi, ma anche luoghi di cui si diventa cittadini. È nell’interesse del Paese salvaguardare e coltivare questo spazio di democrazia”.
“L’unica contrazione delle libertà che vedo è quella messa in atto da chi crede di poter stabilire chi ha diritto di parola e chi no. La strada percorribile è coniugare libertà di espressione e sicurezza. Non mi scandalizzo di una dialettica anche vivace, anzi la considero una ricchezza. II discrimine, inaccettabile e invalicabile, è la violenza. Impedire a qualcuno di parlare è l’opposto della democrazia. E mi auguro che questo approccio sia condiviso da tutte le forze politiche”.