Dal rapporto docente-studenti alle lezioni in streaming, fino agli esami in presenza: cosa è contenuto nel nuovo decreto.
Il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) sta per approvare le nuove regole per gli atenei telematici. Il decreto punta a introdurre requisiti più stringenti per il funzionamento delle università online nel tentativo di uniformare l’offerta formativa, e il titolo ottenuto, a quella degli atenei tradizionali.
Nuovi requisiti per le università telematiche
Il cosiddetto “Decreto Bernini” è diviso in due parti e, come riportato da “La Repubblica”, la prima, che si concentra sui requisiti degli atenei online, è ormai pronta per essere firmata.
Tra le novità più significative c’è il potenziamento del corpo docente. Il decreto prevede infatti un “moltiplicatore 2”, ovvero il raddoppio del numero dei docenti rispetto a quello attualmente presente nelle università telematiche. Oggi, il rapporto è di un docente ogni 384 studenti, contro un docente ogni 28 nelle università tradizionali; con il nuovo regolamento, il rapporto nelle telematiche dovrà scendere a un docente per ogni 192 studenti. Questo intervento punta a garantire una maggiore qualità dell’insegnamento online, ma ovviamente la misura ha generato discussioni, soprattutto tra i dirigenti delle università telematiche.
Un altro cambiamento importante riguarda le modalità di erogazione delle attività didattiche. Il decreto prevede che almeno il 20% delle lezioni debba essere svolto in aula e che tutti gli esami, salvo eccezioni, debbano tenersi in presenza. Inoltre, almeno il 40% delle lezioni online dovrà essere trasmesso in modalità sincrona, vale a dire in diretta e non tramite registrazioni o streaming differito, una novità che mira a incrementare l’interattività e l’efficacia dell’apprendimento a distanza.
Il ruolo dell’Anvur e i test di competenza
Il nuovo quadro normativo prevede anche un ruolo di supervisione da parte dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca). L’agenzia diventerà il principale ente di controllo per monitorare l’attuazione del provvedimento e la qualità delle università telematiche. Secondo il presidente dell’Anvur, Felice Auricchio, uno degli strumenti che garantirà una maggiore trasparenza e qualità saranno i test di verifica delle competenze, i cosiddetti Teco, che gli studenti dovranno affrontare per risolvere molti dei dubbi riguardanti la qualità delle telematiche. La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui) ha però sollevato preoccupazioni: secondo i rappresentanti degli atenei tradizionali, infatti, questa nuova forma di controllo potrebbe essere percepita come una “seconda prova” per gli studenti delle università pubbliche, che hanno già sostenuto esami per certificare le loro competenze.
Il boom delle università telematiche in Italia
Negli ultimi anni, le università telematiche italiane hanno visto una crescita straordinaria. Attualmente, ci sono 11 atenei online che offrono corsi di laurea in tutto il Paese; tra il 2011 e il 2021, il numero di corsi è aumentato da 70 a 250, mentre il numero di iscritti è passato da 44.977 a 186.536. Questa crescita esponenziale ha sollevato pesanti interrogativi sulla qualità dell’insegnamento, spingendo il governo a rivedere le normative per garantire una maggiore equità tra atenei telematici e tradizionali.
La proposta di legge di Alleanza Verdi e Sinistra
Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) ha presentato una proposta di legge che chiede una trasformazione delle università telematiche. La proposta prevede che, entro 12 mesi, tutti gli atenei online debbano diventare enti senza scopo di lucro. L’obiettivo è quello di equiparare i criteri di accreditamento delle università pubbliche e private. Elisabetta Piccolotti, deputata di Avs, ha sottolineato come la sua formazione politica non sia contraria alle università telematiche, ma ritiene che sia necessario stabilire regole chiare e criteri rigorosi per evitare che il sistema telematico diventi una via di accesso facilitato all’istruzione superiore, a discapito della qualità. Ha inoltre criticato il governo per il taglio dei finanziamenti al sistema pubblico, sottolineando che ciò favorisce le istituzioni private con fini di lucro.