Usare lo smartphone prima di dormire peggiora la qualità del sonno
Secondo una recente ricerca pubblicata su JAMA Pediatrics, l’abitudine dei ragazzi di utilizzare lo smartphone mentre sono a letto può avere un impatto negativo sulla qualità del loro sonno. Questo studio conferma ancora una volta, semmai ce ne fosse il bisogno, il legame esistente tra la salute dei più giovani e il costante utilizzo di dispositivi elettronici come smartphone e tablet, soprattutto nelle ore serali. Bandire il cellulare dalle classi, quindi, non sarebbe sufficiente: bisognerebbe fare in modo che bambini e adolescenti lo usino meno anche quando sono a casa, specie la sera prima di addormentarsi.
Il problema, infatti, non si limita solo al sonno interrotto o insufficiente: la mancanza delle ore di sonno consigliate dagli esperti ha conseguenze dirette sulle capacità cognitive dei giovani, sul loro rendimento scolastico e sulla loro capacità di concentrazione durante la giornata. Senza considerare la serie di disturbi fisici e psicologici (ansia, stress, irritabilità) che può derivarne più o meno direttamente.
Smartphone e giovani, le misure adottate in Svezia
Situazione, questa, che sta generando non poca preoccupazione in parecchi paesi. Tanto che ognuno, a modo suo, sta cercando di correre ai ripari. Ansa ha raccolto le iniziative che sono state adottate da Svezia, Regno Unito e non solo, in un articolo di ieri 4 settembre.
Se, in generale, parecchi sistemi scolastici hanno già implementato restrizioni sull’uso degli smartphone in classe e stanno promuovendo campagne di sensibilizzazione sui pericoli dell’uso eccessivo della tecnologia prima di dormire, in Svezia è delle scorse ore la raccomandazione, da parte dell’autorità sanitaria, di non esporre i bimbi di età inferiore ai due anni a qualsiasi tipo di schermo. Sempre in Svezia, da tempo, alcune organizzazioni di genitori hanno scelto di evitare di fornire i propri figli di tali dispositivi tecnologici. Come dichiarato da Jakob Forssmed, ministro degli affari sociali, sentito da The Guardian: “Sappiamo che l’uso dei media digitali può avere effetti negativi sulla salute, tra cui un peggioramento del sonno e sintomi di depressione”.
Negli Usa e Regno Unito si sceglie di non dare lo smartphone ai figli
Non sono da meno gli Stati Uniti e il Regno Unito. Negli Usa, si stanno adottando sempre maggiori restrizioni sull’uso dei social media per i minori. Anche qui, come in Svezia, sta crescendo il numero di genitori che sceglie di non dare lo smartphone ai propri figli. A tal proposito, nel Regno Unito lo scorso febbraio è nato il movimento “Smartphone Free Childhood“- movimento che ha come missione quella di mantenere i bambini liberi dagli smartphone – che conta già 60.000 membri e si sta rapidamente diffondendo anche in Australia, Stati Uniti, Emirati Arabi, Brasile, Canada e Sudafrica.
L’esempio di Steve Jobs e Bill Gates
Nel frattempo, facendosi le pressioni da parte dei genitori sempre più insistenti, i giganti della tecnologia stanno lavorando per creare modelli di smartphone e social media più sicuri e adatti per i bambini. Ma devono fare riflettere le scelte fatte in merito, in passato, da due tra i più grandi esponenti di questo settore. Ovvero Steve Jobs e Bill Gates. Entrambi hanno limitato fortemente l’uso della tecnologia da parte dei rispettivi. Il primo, in un’intervista del 2010 con il New York Times, ha dichiarato che a casa i suoi figli non avevano accesso a iPad e altri dispositivi tecnologici a tempo pieno. Il secondo, in diverse interviste, ha affermato di aver imposto limiti rigorosi all’uso dello smartphone e della tecnologia ai suoi (come il divieto di possederne uno fino ai 14 anni).
In Italia stop ai cellulari in classe anche per scopi didattici
Anche in Italia sono state prese recenti decisioni in merito. La più importante novità riguarda il divieto di utilizzare i cellulari in classe, anche per scopi didattici. L’Istituto Superiore di Sanità ha lanciato un appello per proteggere il sonno di bambini e adolescenti, sottolineando come la sua carenza possa renderli “irritabili e aggressivi” e possa aumentare il rischio di sviluppare dipendenze comportamentali. Da un’indagine condotta dall’Istituto sulla Generazione Z è emerso come il 50% degli 11-13enni maggiormente a rischio di dipendenza da social media dorma meno di sei ore a notte, e quasi il 30% impieghi più di 45 minuti per addormentarsi.
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