Lanciata da WeWorld e Mammadimerda, la petizione ha già raccolto oltre 35.000 firme: chiede una riduzione delle vacanze estive e un maggior supporto alle famiglie.
La lunga estate italiana, con le sue 14 settimane di pausa scolastica, vanta un triste primato in Europa, insieme a Lettonia e Malta: quello del Paese con le vacanze più lunghe. L’interruzione di quasi tre mesi dalle attività scolastiche crea disagi alle famiglie, costrette a trovare soluzioni costose e complesse per la gestione dei figli durante questo periodo, e ha anche un impatto negativo sull’apprendimento degli studenti.
“La nostra estate piena rasa”
La petizione “La nostra estate piena rasa”, promossa da WeWorld e dal simpatico duo Mammadimerda composto da Francesca Fiore e Sarah Malnerich, è stata lanciata nel settembre 2023 e ha già raccolto oltre 35.000 firme, segno evidente che molte persone chiedono di riformulare il calendario scolastico italiano. L’obiettivo principale della petizione è chiedere di ridurre la durata delle vacanze estive, allineandole agli standard europei, e di offrire alternative concrete alle famiglie per garantire un periodo estivo più equilibrato e favorevole allo sviluppo dei ragazzi. “Il calendario scolastico va cambiato, le scuole devono rimanere aperte per chi non può permettersi lunghissime vacanze. Come nel resto d’Europa. Bisogna cambiare i metodi didattici, dare importanza all’emotività dei ragazzi, intervenire sugli edifici scolastici, rimettere la scuola al centro delle priorità e degli investimenti di questo paese. E se nessuno ci pensa dobbiamo chiederlo noi, che di quei ragazzi siamo responsabili anche se non siamo i loro genitori, anche se non abbiamo figli, perché basta guardare i dati per capire che o invertiamo la rotta o questo paese andrà a morire. Arrabbiarsi è il primo passo”.
Un’estate troppo lunga: le ragioni e le conseguenze
Il calendario scolastico italiano tra origine dalle esigenze legate all’economia agricola del passato quando il contributo dei bambini nei campi durante l’estate era pressoché insostituibile; oggi, però, la lunga pausa estiva non si adatta più alle esigenze delle famiglie moderne sempre più impegnate in una realtà che non si ferma mai.
Le conseguenze della lunga pausa estiva si possono ritrovare sia sul piano sociale che su quello educativo:
- Disuguaglianza: le famiglie con maggiori risorse economiche possono permettersi costose attività estive, garantendo ai propri figli opportunità di sviluppo e socializzazione; al contrario, le famiglie con redditi più bassi rischiano di vedere i propri figli trascorrere lunghi periodi di inattività, magari sempre in casa, con conseguenze negative sul loro apprendimento e sul loro benessere psicofisico.
- Perdita di competenze: il fenomeno del “summer learning loss”, ossia la perdita di competenze durante le vacanze estive, è già ben documentato; da questi studi emerge che gli studenti tendono a dimenticare nozioni e abilità acquisite durante l’anno scolastico durante pause troppo lunghe dalle attività scolastiche.
- Difficoltà per le famiglie: le lunghe vacanze estive rappresentano ormai una vera e propria sfida per le famiglie, soprattutto se devono conciliare lavoro e cura dei figli; i costi dei campi estivi e di altre attività ricreative possono essere proibitivi per molte famiglie, creando disparità di opportunità tra i diversi strati della società.
Le richieste della petizione “La nostra estate piena rasa”
- Riduzione della pausa estiva: la petizione propone di ridurre le vacanze estive allineandole con la media europea che si aggira intorno alle 6-8 settimane; questo permetterebbe una maggiore continuità nell’apprendimento degli studenti e ridurrebbe l’impatto negativo delle lunghe interruzioni sulla qualità dell’istruzione.
- Scuole aperte d’estate: la petizione chiede di mantenere le scuole aperte durante i mesi estivi, offrendo attività educative e ludiche a prezzi accessibili; questo garantirebbe alle famiglie un’alternativa sicura e accessibile durante l’estate, promuovendo al contempo l’inclusione sociale e la continuità educativa.
- Introduzione obbligatoria e generalizzata del tempo pieno: la petizione chiede anche di dare a tutte le famiglie la stessa possibilità di scelta tra tempo pieno e parziale.