Vacanze estive troppo lunghe: la petizione - Studentville

Vacanze estive troppo lunghe, pausa a Carnevale: la petizione di genitori e insegnanti

In Emilia-Romagna è stata avviata una petizione da parte dei genitori e degli insegnanti: si chiedono vacanze estive più brevi e la possibilità di qualche giorno di pausa a Carnevale.
Vacanze estive troppo lunghe, pausa a Carnevale: la petizione di genitori e insegnanti

 La petizione avviata dai genitori e insegnanti dell’Emilia Romagna

Gli insegnanti e i genitori dell’Emilia-Romagna hanno lanciato una petizione per sollecitare una riforma del tempo scolastico in modo che risponda meglio alle esigenze dell’intera comunità del settore scuola. Nel documento pongono l’accento sulla necessità di un modello scolastico inclusivo e flessibile, che tenga conto non solo degli obiettivi didattici, ma anche degli studenti.

Attraverso la petizione, genitori, insegnanti e lavoratori chiedono un ripensamento dei tempi e delle modalità scolastiche, per far sì che si adattino meglio alle esigenze familiari e lavorative, che evitino ritmi eccessivamente frenetici per gli studenti e le studentesse e per chi si occupa della loro educazione. Si propone una distribuzione più armonica delle ore di lezione e delle attività extra-curriculari, con l’obiettivo di creare un ambiente di apprendimento sereno e stimolante. Vediamo, nello specifico, quali soluzioni prospetta e chiede la petizione avviata su Change.org.

Nessun periodo di vacanze a Carnevale

Nella petizione si premette che in Emilia-Romagna “sono previste 14 settimane di vacanze estive, una vacanze di circa due settimane a Natale e 6 giorni di vacanza a Pasqua, oltre alle varie festività nazionali e al 2 novembre”. Ma, a differenza di molte altre regioni del Nord Italia, l’Emilia-Romagna è l’unica a non prevedere la chiusura delle scuole nei giorni di Carnevale. Pausa che, secondo i promotori della petizione, permetterebbe agli studenti di godere di un periodo di pausa breve ma necessario tra un quadrimestre e l’altro per recuperare. E che, naturalmente, sarebbe utile anche ai docenti.

Non solo: ad essere messa in discussione è anche la durata delle vacanze estive. Quelle previste sono 14 settimane e, per forza di cose, creano difficoltà organizzative ed economiche per le famiglie, accentuando anche il divario di genere (spesso sono le madri a dover rimanere a casa assentandosi o, peggio, licenziandosi dal lavoro, per badare ai bambini).

Vacanze estive troppo lunghe causano il “summer learning loss”

Questo lungo periodo incide negativamente sugli alunni causando il cosiddetto “summer learning loss” (perdita di competenze), un fenomeno documentato che si verifica durante le lunghe vacanze estive quando gli studenti, soprattutto i bambini e ragazzi, tendono a perdere parte delle competenze e conoscenze acquisite durante l’anno scolastico. Questo effetto colpisce in particolar modo gli studenti provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati, i quali hanno generalmente meno opportunità di accesso ad attività o stimoli educativi durante l’estate. Con il risultato che è facile immaginare, ovvero un divario educativo che, tra le possibili conseguenze, prevede anche l’abbandono scolastico.

Cosa chiede la petizione dei genitori e degli insegnanti

Alla luce di quanto appena premesso, quindi, gli insegnanti, i genitori, le lavoratrici e i lavoratori della scuola, unitamente alle cittadine e ai cittadini che hanno sottoscritto la petizione chiedono alla Regione Emilia-Romagna una maggiore flessibilità nel calendario scolastico. Nello specifico, propongono che si evitino le date fisse del 15 settembre per l’inizio della scuola, e del 6 giugno per la sua fine, e propongono di iniziare non oltre la seconda settimana di settembre e di concludere entro la prima di giugno.

Chiedono anche l’introduzione di una pausa tra i due quadrimestri per il recupero e un migliore apprendimento da parte degli studenti, e la progettazione del calendario basata sulle esigenze didattiche, in modo che preveda più pause per favorire l’assimilazione dei contenuti, specialmente nella scuola primaria. Infine, chiedono il coinvolgimento delle parti interessate nella definizione dei calendari.

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Foto apertura di Tirachard Kumtanom via Pexels

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