Tetto massimo del 20% di studenti stranieri
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha deciso di sposare la proposta del vicepremier Matteo Salvini che, commentando la chiusura della scuola di Pioltello in occasione della fine del Ramadan, aveva avanzato l’idea di rispettare un tetto massimo del 20% di studenti stranieri in ogni classe. Tetto che, sempre secondo il Ministro dei trasporti, servirebbe a “tutela loro e per tutela anche di tutti gli altri bambini”.
La posizione del Ministro Valditara
A seguito del suddetto intervento di Matteo Salvini durante una puntata della trasmissione condotta da Bruno Vespa, Porta a Porta, non è tardata ad arrivare la dichiarazione di Valditara, che ha avvallato quella dell’altro esponente della lega. Il ministro dell’istruzione ha dichiarato in un post su X (post peraltro finito al centro dell’ironia di molti per gli errori grammaticali contenuti):
“Se si è d’accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani“.
Nello stesso post, ha detto anche che ciò sarà più semplice se:
“studieranno in modo potenziato l’italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si insegni approfonditamente la storia, la letteratura, l’arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate”.
Questa, in sostanza, la rotta che il Ministero dell’Istruzione intende seguire a riguardo. Il Ministro ritiene che solo seguendo questa ideologia si potrà giungere ad una società che possa vantare un futuro prospero ed ordinato. In caso contrario, si arriverebbe a caos e disgregazione.
In Italia, un milione di studenti stranieri
Per capire meglio quale sia l’attuale situazione in Italia, ci affidiamo ai dati forniti da un report della Uil scuola, il sindacato del personale del settore, sia pubblico che privato, dell’istruzione che fa capo alla Unione Italiana del Lavoro. Gli studenti con cittadinanza non italiana che frequentano le scuole italiane sono circa un milione. Ovvero, l’11,3% del totale degli studenti pari, questi ultimi, a circa 8 milioni e mezzo. Ad incidere su questa percentuale c’è anche il dettaglio, di non poco conto, rispetto al quale un bambino nato da genitori stranieri, anche se partorito sul territorio italiano, può chiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni e se fino a quel momento abbia risieduto in Italia “legalmente e ininterrottamente”.
Le critiche dell’opposizione
Se anche Antonello Giannelli, presidente dell’Anp, l’associazione nazionale presidi, condivide la posizione del Ministro dell’Istruzione – “per imparare meglio l’italiano è preferibile che la classe sia a maggioranza di italiani” e, ancora, “il ministro pone una questione giusta e importante, sull’identità e come la vogliamo mantenere. Poi è chiaro che va trovato un equilibrio tra quest’affermazione di principio e le situazioni di fatto” – non sono tardate ad arrivare le critiche da parte dell’opposizione.
Secondo il senatore del Pd Francesco Verducci, le posizioni dei due esponenti della Lega andrebbero a contrastare i principi di eguaglianza e non discriminazione sanciti nella nostra Costituzione, proprio quella che Valditara ha tirato in ballo. Per lo stesso Verducci, il modello scolastico al quale ci si dovrebbe ispirare dovrebbe essere multiculturale e non assimilazionista. Un esempio del fallimento di quest’ultimo si sta verificando in Francia. Per qualcun altro, come Irene Manzi, capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera e responsabile scuola del Pd, gli interventi di Valditara sarebbero solo degli sproloqui.
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