Ieri, presso l’Aula del IV piano di Palazzo San Macuto, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha partecipato all’audizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e sulla violenza di genere. Durante l’incontro, il Ministro ha presentato il progetto “Educare alle relazioni”, un’iniziativa volta a combattere la violenza sulle donne attraverso un’educazione più responsabile nelle scuole.
Valditara ha premesso che la questione è molto importante per lui “La questione è profondamente sentita da me. Si discute di un argomento sul quale dobbiamo intensificare i nostri sforzi. Desidero iniziare con alcune precisazioni. La scuola, con il suo ruolo educativo, interagisce con i processi di formazione culturale ed è di cruciale importanza poiché contribuisce a plasmare la cultura che influisce sulla società”.
Il progetto “Educare alle relazioni”
Il progetto “Educare alle relazioni” è stato avviato come risposta a diversi episodi di violenza contro le donne, con l’obiettivo di estirpare la cultura maschilista radicata e persistente nella società italiana e influenzare gli aspetti culturali futuri in modo significativo. Sempre riprendendo le parole del Ministro Valditara: “Questa iniziativa non è una reazione immediata all’assassinio di Giulia Cecchettin. È il risultato di una riflessione derivante da diversi episodi di violenza che hanno riempito le pagine dei giornali (Palermo e Caivano). La nostra presentazione del progetto e del protocollo concordato con i ministri Roccella e Sangiuliano è avvenuta durante il 25 novembre”.
Il programma si rivolge alle scuole secondarie di secondo grado e prevede percorsi educativi extra-curriculari con un impegno di 30 ore annue. La partecipazione è facoltativa e ogni istituto aderirà su base volontaria, previo consenso dei genitori.
Le caratteristiche del progetto spiegate dal Ministro
Le principali caratteristiche del progetto “Educare alle relazioni” includono:
- Coinvolgimento degli studenti: gli studenti parteciperanno al progetto in modo sperimentale e interattivo, sotto la guida di un insegnante che fungerà da facilitatore; questo approccio è ispirato al peer tutoring e mira a coinvolgere gli studenti nella presa di coscienza e nella possibilità di cambiare atteggiamenti.
- Formazione e retribuzione degli insegnanti: gli insegnanti coinvolti saranno retribuiti extra e riceveranno una formazione adeguata; la retribuzione è considerata un incentivo importante, soprattutto tenendo conto che sono stati destinati 15 milioni di euro per coprire queste spese.
- Formazione da parte di Indire e dell’Ordine degli Psicologi: i docenti saranno formati da Indire, in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi; il corso di formazione durerà 30 ore, con un focus sull’autonomia delle singole istituzioni scolastiche.
- Ruolo dei docenti: i docenti non terranno lezioni frontali ma agiranno come facilitatori nei gruppi di discussione degli studenti; questo rappresenta un’attuazione delle linee guida “Educare al rispetto” iniziate nel 2016.
- Coinvolgimento delle famiglie: il Fonags opererà in sinergia con la Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico per integrare le esigenze e le osservazioni dei genitori.
- Inclusione di figure professionali: il progetto prevede la partecipazione di influencer, cantanti, attori, psicologi, avvocati, assistenti sociali e organizzazioni contro la violenza di genere per coinvolgere i giovani attraverso figure riconoscibili.
- Presidi territoriali psicologici: saranno creati presidi territoriali psicologici in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi.
Il progetto partirà in fase sperimentale: le valutazioni finali serviranno a valutarne l’efficacia e a valutare la possibilità di rendere il programma obbligatorio nel curriculum scolastico.
Il progetto come visione più ampia del ruolo della scuola
Valditara ha sottolineato che il progetto si basa su una visione più ampia della scuola, che deve insegnare il rispetto, valorizzando la persona. Al termine dell’anno scolastico, le istituzioni educative coinvolte dovranno presentare una descrizione dettagliata delle attività svolte.
L’iniziativa è parte di una più ampia sensibilizzazione che coinvolge anche i ministeri delle Pari Opportunità, della Famiglia e della Cultura, per diffondere il numero verde antiviolenza 1522.