La valutazione scolastica, che deriva dalle verifiche intermedie, periodiche e finali da parte dei docenti nei confronti degli studenti, si esprime sempre in decimali. Almeno questo è quello che è stato stabilito dal Ministero dell’Istruzione. Nella prassi, però, accade molto spesso di vedersi attribuito un 7 e 1/2 o un 8 — (meno meno). Il ricorso a mezzi voti e segni + e – è quindi piuttosto comune. Ma, nonostante nulla sia cambiato in termini di normativa scolastica, in vista dell’inizio dell’anno scolastico i presidi hanno iniziato a raccomandare ai docenti di non farvi più ricorso prediligendo quindi voti interi per le valutazioni orali e scritte.
Voti scolastici numeri interi
Dal punto di vista normativo non è subentrata infatti nessuna novità. Ma anche se secondo tutte le leggi, i decreti e le circolari ministeriali la valutazione scolastica sia alle scuole medie che a quelle superiori si esprime in decimi, gli insegnanti tendono a fare ricorso a mezzi voti (che la rendono, di fatto, in ventesimi) ma anche a più e meno (facendola diventare addirittura in quarantesimi). E questo, i presidi lo ritengono poco chiaro nei confronti degli alunni. Per questo stanno premendo da tempo, ma in maniera particolare da qualche settimana, affinché si torni a rispettare la normativa in merito.
Antonello Giannelli, presindente dell’Associazione nazionale presidi, ha dichiarato in merito:
“La prassi di assegnare voti non interi attraverso l’uso dei “mezzi punti“ e dei “+ e –“ è molto infelice. Essa non ha un fondamento normativo e inoltre risulta ambigua nei confronti dello studente. Prassi di questo genere complicano la comunicazione tra scuola, studenti e famiglie. Peraltro non contribuiscono a riempire di senso la valutazione della prestazione didattica. In realtà, per attuare seriamente e concretamente una valutazione formativa occorrono, lo ribadisco ancora una volta, una vera didattica per competenze e un effettivo coinvolgimento dello studente”.
Si dice d’accordo Paola Bortoletto, dell’Associazione nazionale dei dirigenti scolastici, per la quale “10 posizioni, in una scala valutativa che deve sempre ricondursi a criteri qualitativi e non quantitativi, sono più che sufficienti”.
La posizione dei docenti
Chiarita la posizione dei presidi, cosa dicono a riguardo i docenti? Se qualcuno ritiene che per valutare una verifica (sia essa un’interrogazione o un compito in classe) sia necessario essere quanto più precisi ed esaustivi possibile. C’è chi continua ad essere favorevole ai mezzi voti in quanto consentono di “cogliere maggiormente le sfumature e di esprimere meglio i progressi dello studente”. C’è però chi dà ragione ai presidi in quanto, in fondo, il voto finale in pagella è intero.
Leggi anche:
- Voti del Primo Quadrimestre: contano sul secondo?
- Voti del Primo Quadrimestre: quanto contano?
- Come affrontare i brutti voti in pagella
- Voti scolastici in lettere, a cosa corrispondono?