Il nuovo Disegno di Legge confermato da Valditara sul voto in comportamento
Il nuovo Disegno di Legge sul comportamento in classe pare essere più rigido e significativo ai fini della valutazione scolastica di uno studente.
Infatti, fin dalle scuole medie il 5 in condotta potrebbe significare una bocciatura. Come se ciò non bastasse, anche la sufficienza in comportamento potrebbe costringere gli alunni ai debiti formativi.
Il 5 e il 6 in condotta: cosa comporta?
L’attenzione che viene posta sul comportamento degli studenti in aula acquisisce sempre più importanza al punto che può anche essere determinante a fine anno. Gli studenti non saranno solo giudicati in base alla preparazione delle materie, ma anche sul comportamento che tengono in classe nei confronti di compagni e insegnanti. La nuova riforma punta ad impartire delle regole più incisive nei confronti dei ragazzi.
Il 5 in condotta a fine anno potrebbe comportare una ripetizione della classe da parte dello studente con tale valutazione. Chi crede che la sufficienza basti per la promozione, in realtà si sbaglia. Infatti, anche con il 6 lo studente è a rischio: è possibile che venga chiamato a svolgere lavori socialmente utili in enti convenzionati oppure nella scuola stessa. In seguito, potrebbe dover sostenere test di riparazione per debiti formativi.
L’opinione degli studenti
Le associazioni studentesche, una volta apprese queste nuove regole, hanno immediatamente fatto sentire la loro voce in merito. Come è facile intuire, sono arrivate critiche per una “svolta autoritaria e repressiva”.
Tommaso Martelli, portavoce dell’Unione Studenti Nazionale ha espresso la sua opinione:
“Come denunciamo da mesi, questa riforma mira a rafforzare una cultura autoritaria e punitiva. La possibilità di bocciare uno studente o rimandarlo anche per violazione di regolamento rende il voto in condotta uno strumento repressivo nelle nostre scuole, considerando l’ampia discrezionalità di questa valutazione”.
Inoltre, gli fa eco anche Francesco Valentini, sempre dell’Unione Studenti Nazionale:
“Crediamo che nella scuola bisogna piuttosto immaginare nuovi strumenti didattici e valutativi che scardinino la gerarchia tra insegnante e studente per creare un clima di serenità e confronto,. Pensiamo che ogni forma di punizione, soprattutto quelle che implicano un allontanamento dalla comunità scolastica, non rappresentino una misura formativa, ma anzi che vadano a creare l’effetto opposto, discriminando sempre chi evidentemente vive già una condizione di malessere”.